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Dall’attore al manager: lo stravagante staff di Potter al Chelsea!

di Lorenzo Di Lauro

Foto di Wikimedia Commons

Pubblicato il 05/10/2022

Il nuovo tecnico del Chelsea è da anni assistito dagli stessi collaboratori, appartenenti a classi sociali diverse, mestieri diversi e anche nazionalità diverse, ma tutti con il giusto mix di competenze e capacità.

Graham Potter ha preso le redini del Chelsea al posto di Thomas Tuchel. Alla prima esperienza in una big europea, l’ex allenatore del Brighton è divenuto celebre in Svezia, dove si è reso protagonista di ben tre promozioni con i dilettanti dell’Ostersund. Arrivato alla massima divisione svedese, ha lasciato il club per fare ritorno in Inghilterra. Dopo Swansea e Brighton è arrivata la grande opportunità. Ora Potter avrà la sua bella gatta da pelare, ma potrà contare su uno staff eterogeneo che si porta dietro praticamente da 11 anni.

UNO STAFF CONSOLIDATO: I FEDELISSIMI DI POTTER

Oltre all’assistente Barry e il preparatore dei portieri Hilario, Potter ha sostanzialmente cambiato lo staff precedente del Chelsea con i suoi fedelissimi. Tra di essi si distingue sicuramente Billy Reid, scozzese con all’attivo una carriera passata come attore di una compagnia teatrale e rapper di una comunità indigena. Contestualmente ha avuto anche una mediocre carriera come centrocampista in serie minori.

Potter si fida di lui soprattutto per i rapporti umani che riesce ad instaurare con i giocatori, spesso coinvolti proprio nell’organizzazione di spettacoli teatrali. Vi è poi Kyle Macaulay, giocatore ai tempi dell’Ostersund e contestualmente studente alla Stirling University quando conobbe Potter. Anch’egli ha giocato in mediana, ma non ha avuto un grande successo.

Vi è poi l’ex difensore spagnolo Saltor, divenuto colonna del Brighton dopo una lunga carriera in Liga. Per la fase difensiva Potter si affida poi alle videoclip di Bjorn Hamberg, un ex manager di un supermercato legato da una lunga amicizia con l’allenatore. È un gruppo per certi versi stravagante, costruito da Potter nel corso della sua carriera, ma nella sua evoluzione di tecnico le sue scelte hanno sempre dato i suoi frutti.

Ora però l’allenatore inglese è alla sfida più difficile: cavarsela con i giocatori top dopo aver ben figurato con quelli mediocri. Dovrà risolvere tanti dubbi: il dualismo in porta tra Kepa e Mendy, i malumori di Koulibaly e la tanta concorrenza in attacco. Chissà che lo staff che lo segue non possa giocare un ruolo cruciale anche in questa nuova, ambiziosa esperienza. I tifosi avranno tempo per abituarsi al nuovo bizzarro coach di Stamford Bridge.

di Lorenzo Di Lauro

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