Calcio Totale Racconta

Paradosso Juve: chi cerca le risposte degli ultimi 3 anni, in meno di un mese di Motta

06/08/2024

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto: Dal Web

Le ultime esternazioni dell’allenatore italo–brasiliano hanno innescato una serie di polemiche, ma esiste un aspetto prioritario che prescinde dalla volontà dell’ultimo arrivato.

“Pavimento scivoloso, pericolo caduta”. E’ il cartello che immaginiamo all’ingresso della Continassa nelle prima estate bianconera di Thiago Motta. La Juve in questo momento è un cantiere: tra progetti vivi, cessioni da compiere (tante), acquisti da portare a casa (ancora troppi) e il timer che corre.

Ci sono gli esuberi certificati, quelli dichiaratamente evidenziati da Motta, ma anche per volere esplicito della società. E’ l’aspetto meno sottolineato: “Motta taglia”, “Motta cuce”, “Motta mette alla porta”, come se l’allenatore (l’ultimo arrivato) avesse le chiavi esclusive del progetto tecnico.

Motta in realtà esprime e condivide, ma assorbe anche alcune decisioni già maturate prime del suo arrivo. Il famoso reset imposto da Elkann e trasmesso al direttore Giuntoli, capo esecutivo del nuovo corso. Le esigenze più spinose sono quelle legate ai contratti dove l’allenatore ha avuto pochissima voce in capitolo: l’esempio chiaro ed evidente è il caso Rabiot. Dopo il primo tentativo di mediazione, il francese ha rifiutato il contratto chiedendo la luna e qui gli aspetti tecnici contano davvero zero, di fronte a una situazione ereditata dal passato.

Anche il caso Chiesa prescinde dalle considerazioni di Motta, la società aveva già tratto le sue conclusioni dopo i primi approcci per il rinnovo in primavera, quando l’esterno della nazionale ha risposto picche chiedendo addirittura l’aumento, rispetto ai quasi sei milioni percepiti. Un po’ come Conte a Napoli, ha trovato Osimhen con la valigia chiusa (è ancora lì) e non ha avuto modo di incidere su decisioni già prese prima del suo arrivo. Il diktat di De Laurentiis era chiaro dal giorno zero.

In egual misura, Thiago Motta ha espresso pubblicamente l’idea che dall’alto hanno maturato almeno su alcuni elementi della rosa. Szczesny e Chiesa hanno un contratto in scadenza nel 2025: sono “deprezzati” per via delle gestioni contrattuali pregresse e che prescindono dalle parole di Motta. Il problema del polacco è l'ingaggio: chi prende un portiere da 6,5 milioni annui a dieci mesi dalla scadenza contrattuale? 

Si è innescata una caccia al responsabile, racchiusa nelle dichiarazioni del tecnico che ha dato la certezza di alcune decisioni, già nell’aria da oltre un mese di ritiro. Sarebbe più opportuno chiederne contezza prima a Giuntoli e poi all'allenatore. E forse, una parte dei media cerca le risposte degli ultimi tre anni in meno di un mese di Motta, senza neppure avere il tempo di lavorare. “Pavimento scivoloso”, sicuramente, “Lavori in corso”, certamente più appropriato. A proposito di segnali e cartelli durante il percorso.

di Mario Lorenzo Passiatore

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