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Tardelli svela: “Alla Juve vomitavo ogni partita. Vi racconto…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 19/06/2023

L’ex centrocampista della nazionale ha parlato della sua esperienza alla Juventus. Il primo periodo fu estremamente difficile per una serie di fattori che non gli permettevano di vivere sereno. “Da me si aspettavano grandi cose e io pativo la pressione psicologica, poi dopo…”

L’ansia può giocare brutti scherzi, quella da prestazione può addirittura impedire a uno sportivo di esprimersi secondo i suoi livelli. Chi non riesce a gestire l’aspetto emotivo si trova in situazioni difficili da affrontare. La testa resta sempre la componente principale, con l’obbligo di liberare la mente e spazzare i cattivi pensieri.

Marco Tardelli, prima di approdare alla Juventus, ha fatto due stagioni al Pisa e una al Como. L’ultima esperienza gli valse la chiamata dei bianconeri, fortemente voluto dal presidente della Juve Giampiero Boniperti. Sarà poi Giovanni Trapattoni a cambiargli i connotati del ruolo: da terzino a mezzala pura.

Eppure i primi periodi alla Juve non sono stati così sereni. Oltre al fattore ambientale, Tardelli ha sofferto il fatto di essere stato pagato tanto per i valori dell’epoca, quelli della calda estate del 1975. Poi riuscì a trovare una soluzione, ma fu determinante il supporto di uno specialista, come racconta in una intervista a Il Messaggero.

“Avevo 20 anni e mi avevano preso dal Como spendendo un sacco di soldi: 950 milioni di lire. Da me si aspettavano grandi cose e io pativo la pressione psicologica. La superai con il training autogeno. Un professore nello spogliatoio mi fece fare esercizi per rilassarmi con la respirazione e la concentrazione. Superai il problema dopo una decina di partite".

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