Calcio Estero

Bufera Brasile, Zé Elias: “La colpa è sempre della stessa persona”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 11/12/2022

L’ex giocatore dell’Inter non ha risparmiato nessuno dopo la delusione mondiale dei verdeoro, poi ha identificato il vero responsabile del fallimento degli ultimi due cicli, annunciando tempi duri per la nazionale: “Il Brasile non è più quello di Ronaldo, Rivaldo, giocatori che risolvevano le partite da soli quando le cose si complicavano”

Non sono bastate le dimissioni di Tite per far placare gli animi in Brasile, dove continuano imperterrite le polemiche dopo l’eliminazione dei verdeoro per mano della Croazia ai calci di rigore. Lacrime e tanta delusione al triplice fischio, i brasiliani erano tra le squadre più accreditate per la vittoria del titolo e invece si sono fermati ai quarti di finale. Nello stesso giorno l’Argentina ha conquistato il pass per le semifinali contro l’Olanda, una doppia beffa che ha aperto la strada delle critiche.

Tite si è assunto le sue responsabilità e ha fatto un passo indietro, ma secondo Zé Elias, ex calciatore dell’Inter, il vero responsabile del duplice fallimento (2018 e 2022) resta proprio lui. Così a Sportmediaset ha fatto una disamina sul momento della nazionale, entrando a gamba tesa proprio sull’ex CT.

"Purtroppo il Brasile è fuori dal Mondiale e mi dispiace, mi sarebbe piaciuto un Brasile-Argentina in semifinale. Il Brasile ha fatto una buona partita, ma ci sono tanti meriti della Croazia. Dalic ha studiato i punti deboli del Brasile e ha giocato senza riferimenti davanti. Il Brasile non ha capito molto. Tite ha mostrato dei limiti spaventosi. Già all'altro Mondiale, nel 2018, contro il Belgio abbiamo perso per colpa sua e ieri è capitato lo stesso. E' arrivato al Mondiale dicendo di avere un piano A, un piano B, un piano C, piano D, piano E. Invece non ha fatto nulla, ha fatto sempre le stesse cose”.

Poi l’ultimo appunto sui giocatori e sull’attuale rosa che non sarebbe minimamente paragonabile alla squadra che trionfò in Corea e Giappone nel lontano 2002. La chiosa finale, sembra più un avvertimento che una speranza. “Il Brasile non è più quello di Ronaldo, Rivaldo, giocatori che risolvevano le partite da soli quando le cose si complicavano. Il Brasile soffre e soffrirà per tanto tempo perché questi giocatori non ci sono più".

di Mario Lorenzo Passiatore

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