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La giostra di Valencia: Gattuso, altro show in conferenza

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 08/08/2022

Tra battute e sana ironia è il solito Rino con i media. La sua richiesta strappa un sorriso durante la conferenza stampa e infrange le barriere formali e comunicative. Il giornalista, ci riprova e arriva un altro sorriso. Poi ha parlato della vicenda Arthur e del futuro del calciatore della Juventus: “E’ un grande giocatore, non ci sono dubbi, ma in questo momento noi…”

Con Rino è difficile annoiarsi, a Valencia hanno imparato a conoscerlo sin dal primo giorno, dalla primissima conferenza. Un personaggio che incute un certo timore ai media ma quando si crea il rapporto di fiducia diventa il miglior interlocutore possibile. Non è nuovo a certe dinamiche, è successo più volte in Italia.

Nell’ultima amichevole la squadra di Gattuso ha battuto per 2 a 1 l’Atalanta di Gasperini. Un test importante in vista della nuova stagione, decisiva la doppietta di Hugo Duro, nel complesso gli spagnoli sono apparsi più tonici e in palla dal punto di vista atletico.

Nella conferenza a margine il siparietto con il giornalista spagnolo, era praticamente l’ultima domanda di giornata. “Buonasera, signor Gattuso”. Rino accenna a un sorriso e stoppa subito il giornalista: “Chiamami mister o Rino, il Signore sta in cielo”. Indicando con l’indice verso l’alto. Un tocco di ironia che ha coinvolto anche gli altri addetti ai lavori. Il giornalista riparte secondo le nuove indicazioni: “Mister, buonasera”. Altra smorfia con sorriso annesso, Gattuso cancella l’ultima barriera comunicativa e via con l’altra domanda.

Tra una battuta e l’altra, l’allenatore del Valencia ha spento ogni entusiasmo sul possibile arrivo del brasiliano Arthur a Valencia. Al momento ci sono zero possibilità che il calciatore della Juve possa diventare un calciatore di Gattuso. “Stiamo parlando di un giocatore per noi proibitivo, guadagna tanti soldi. E’ un grande giocatore, non ci sono dubbi, ma in questo momento noi non abbiamo la possibilità per prendere questi calciatori. E’ questa la verità”.

di Mario Lorenzo Passiatore