Calcio Estero

Benitez la tocca piano: 'L'allenatore mediatico dura tre mesi'

di Claudio Ruggieri

Foto di Wikimedia Commons

Pubblicato il 20/05/2022

L'ex tecnico del Napoli ha rilasciato un'interessante intervista al quotidiano spagnolo As dove ha toccato i temi principali del momento. E non si è limitato a commentare ma anche a lanciare una frecciata nei confronti di una particolare categoria di allenatori.

Non è stata una stagione fortunata per Rafa Benitez, esonerato a gennaio dall'Everton dopo 13 partite in cui aveva racimolato una sola vittoria. Il club di Liverpool è riuscito a salvarsi nell'ultimo turno di campionato con la vittoria per tre a due sul Crystal Palace di Vieira. In panchina per i Toffees c'è Frank Lampard che ha sostituito proprio l'ex allenatore del Napoli. In questi giorni Benitez ha rilasciato un'importante esclusiva al quotidiano spagnolo As dove ha trattato vari temi dell'attualità calcistica. Soprattutto riguardo la famosa costruzione dal basso.

"Vedi errori incredibili all’inizio che costano ai club milioni di sconfitte. E tutto perché è di moda giocare da dietro. L’esperienza e l’analisi ti fanno valutare quando devi giocare da dietro, quando devi spingere, aspettare. La chiave è sapere quali strumenti hai, quali giocatori sono ai tuoi comandi. Giocare bene significa fare del tuo meglio per vincere con gli strumenti che hai. E dipende anche dalla cultura di ogni posto. L’ossessione per il possesso non ha senso, perché per quello serve tanta qualità, dal portiere all’attaccante, e poche squadre ce l’hanno”.

Ci va giù duro Benitez sulla costruzione dal basso. E non è l'unico allenatore che continua a criticare la costruzione dal basso a tutti i costi che spesso ti porta svantaggi e non vantaggi. Ma Benitez ha anche un altro bersaglio, ovvero una determinata categoria di allenatori che secondo il tecnico spagnolo utilizzano i followers per farsi pubblicità. E lo ha detto chiaramente in uno stralcio dell'intervista.

Sono un allenatore migliore ora rispetto a 20 anni fa. Ho più esperienza, perché ho vissuto tante situazioni e questo ti aiuta a fare meno errori. Adesso ci sono tanti allenatori ‘mediatici’, che hanno tanti followers, ma quando si tratta di prendere decisioni. Pellegrini, a 68 anni, ha più ragione che torto. Allenatori esperti ti danno garanzia e stabilità. Abbiamo l’esperienza di averlo fatto in altri luoghi, dove nel tempo abbiamo migliorato la struttura, come è successo a noi a Napoli. Il problema con il calcio è la copertura mediatica, e gli ex giocatori hanno una maggiore presenza nella mente dei tifosi. E questo dà loro un vantaggio. Ma quel vantaggio dura tre mesi. Allora devi dimostrare di essere più di un nome. Non si tratta di essere giovani o famosi. Ma è un trend che circola da anni e che ora i social stanno promuovendo: è giovane, ex giocatore, è bravo. Ma non è sempre così”.

di Claudio Ruggieri

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