Calcio Estero

Zinchenko: “Preferiamo morire piuttosto che far nulla”

di Redazione

Foto di Wikimedia Commons

Pubblicato il 05/03/2022

E’ tornato a parlare il calciatore del City e ha mandato un messaggio di solidarietà alla sua gente, sotto assedio ormai da dieci giorni nel conflitto armato con la Russia. “Non faccio altro che piangere da una settimana e ora…”

Continuano in queste ore gli appelli dei calciatori ucraini attraverso i media e social network. Durissimo l’ultimo attacco di Yarmolenko che ha tirato dentro anche i colleghi russi per non aver preso posizione. Poi è arrivata la risposta a muso duro del capitan della Russia Artem Dzyuba: Sono contro la guerra ma anche orgoglioso di essere russo. Facile parlare per il chi ha il c**o nelle ville in Inghilterra”.

Tra i più attivi c’è sicuramente  Oleksandr Zinchenko che diversi giorni fa aveva attaccato Vladimir Putin, augurandogli una morte lenta e dolorosa. Intervistato dalla BCC, il calciatore del Manchester City è tornato a parlare del conflitto armato in Ucraina. Parole forti, di solidarietà per il suo popolo.

"Non faccio altro che piangere da una settimana. Sono orgoglioso di essere ucraino e lo sarò per sempre, per il resto della mia vita. Conosco la mentalità della gente del mio Paese: preferiamo morire piuttosto che far nulla. La Russia parla di "operazione di sicurezza"? Stanno distruggendo le città del mio Paese. Assurdo parlare di operazione di sicurezza, questa è guerra reale e quello che stanno facendo alla mia gente non è accettabile. Dobbiamo fermare tutto questo".

Il giocatore non è per nulla tranquillo, l’ha confermato anche Pep Guardiola in conferenza stampa, si auspica che tutto questo possa finire il prima possibile. “Forse giocare lo fa star meglio”. Allenamenti e partita la vera terapia per allontanarlo dalle vicende russo-ucraine.

L’indignazione di Lucescu

Non è ucraino, ma ha vissuto lì una vita. Sin dall’inizio della guerra ha sempre affermato che non avrebbe abbandonato Kiev per nessuna ragione. Poi dalla Romania hanno spinto affinché il tecnico cambiasse idea, le cose stavano per precipitare. E così con grande rammarico, ha lasciato la capitale per fare rientro a casa.

"L'ambasciata rumena a Kiev ha insistito perché me ne andassi dopo l'inizio del conflitto. Ho capito che avrei potuto fare di più per aiutare se fossi stato in Romania. Tutti i giocatori ucraini della Dinamo Kiev sono nel centro sportivo del club. Le loro famiglie sono in Romania".

di Redazione

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