Calcio Estero

Puyol su Guardiola: “Era pronto a cacciare chiunque”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 11/01/2022

Il racconto dell’ex bandiera blaugrana che ha svelato alcuni segreti della prima stagione di Pep Guardiola da allenatore. Un sergente gentile che amava farsi seguire. Chi la pensava diversamente difficilmente avrebbe trovato spazio nei suoi meccanismi. C’era una sola linea e la dettava il Boss: emblematico l’episodio della finale di Coppa del Re contro il Bilbao

Parola al capitano, a chi assorbiva e divulgava le idee dell’allenatore a tutto il gruppo. Estremizzando, quel Barcellona era pieno di leader tecnici, gente carismatica e responsabile in grado di seguire ogni singolo passo disegnato da Pep Guardiola. Carles Puyol a Mundo Deportivo ha ricordato il Barcellona dei record, nato nell’estate del 2008 e concretizzatosi con i sei trofei nell’anno solare 2009.

Una storia meravigliosa scandita da un gioco senza pause, da un ritmo feroce nella fase di riaggressione, annullando la velocità di pensiero degli avversari. Una squadra che sapeva cosa fare in ogni fazzoletto di campo. Non c’era spazio e tempo per i compromessi, la linea – come evidenziato da Puyol – la dettava l’allenatore, chi non lo faceva restava fuori. Guardiola pur di vincere con i suoi metodi era disposto a tutto, persino a scelte drastiche e impopolari.

“Abbiamo fatto qualcosa di grandissimo, ci divertivamo a giocare insieme. Abbiamo fatto la rivoluzione. Avevamo sorpreso gli avversari sia in attacco che in difesa. Pressavamo tanto. In finale contro l’Athletic Bilbao al Mestalla il 13 maggio 2009, loro ci aggredivano alti, Guardiola ci aveva detto di stare vicini alla linea di fondo per farli salire costringendoli a lasciare spazi nella loro zona difensiva”.

Guai a sollevare dubbi o mostrarsi poco convinti, il rischio era di scontrarsi con un muro di gomma e tornare indietro. C’era solo un modo per raggiungere la vittoria.

È andata bene. Pep ci aveva detto come stavano le cose, voleva che in campo ci comportassimo in quel modo. Se qualcuno si fosse permesso di giocare diversamente, lo avrebbe cacciato dagli undici titolari e lo avrebbe sostituito con un altro giocatore. Era stato chiaro e noi avevamo capito il suo messaggio”.

Poi la vittoria del campionato e della Champions League contro il Manchester United hanno consacrato ulteriormente il team blaugrana, che nei quattro anni della gestione Guardiola ha totalizzato quattordici trofei. Il più vincente della storia del club: un gruppo che è rimasto nel cuore del capitano e che ancora oggi conserva diversi segreti che hanno segnato la storia moderna.

di Mario Lorenzo Passiatore

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