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La nuova dieta di Benzema, tra metodo Bolt e nutrizionista: i segreti della cucina microbiologica

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 27/02/2023

Dietro ai gol dell’uomo dei sogni c’è una macchina organizzativa che vale quanto un’azienda in continuo movimento. CR7, Lewandowski, Haaland, ma non solo. C’è chi ha spiato da vicino uno dei tre per ricostruire le sue abitudini professionali, alimentari e quotidiane. E’ la testa che cambia la routine  

Karim “The Dream”. Quando la primavera torna all’orizzonte solitamente affila le unghie. E’ l’odore delle partite secche, i doppi confronti, quelle che pesano di più nell’economia della Champions. Ha già graffiato ad Anfield nella storica rimonta degli ottavi di andata con una doppietta, in attesa di replicare a marzo, nella gara di ritorno.

La scorsa stagione è stato determinante per la vittoria della Champions, in ogni momento chiave c’era la sua zampata. Un leader tecnico, una guida in grado di indirizzare e finalizzare. Da solo e con la squadra.

Negli ultimi mesi si è presentato post-infortunio ancora più asciutto, tirato, proprio come il suo vecchio compagno di reparto CR7. Da lui ha rubato senza dubbio alcuni trucchi alimentari per trarne maggiori benefici in campo. Da quando è andato via il portoghese, il suo ruolo è diventato centrale, quasi dominante. Il Karim 2.0 non è più la spalla di nessuno, è l’attaccante. Punto, a capo.

Ha lavorato tanto su sé stesso, sulla preparazione individuale e la cura morbosa dei muscoli. Si suda, anche di più con il giubbotto di elettrostimolazione, conosciuto come metodo Bolt. Asciugare e integrare, meglio rispetto al passato per avere di riflesso delle prestazioni più performanti in campo. Chi se non un nutrizionista? Assunto per costruire su misura il piano alimentare di Karim, nell’ambito della cucina microbiologica.

Ci sono pochi margini di scelta a tavola, ma se è vero che i sacrifici pagano, allora via con la lista: olio di cocco, tanto pesce e tanta verdura. Tutto qui? La fase più dura è riscrivere le abitudini alimentari e convincersi che ogni giorno avrai la pietanza più buona del mondo. E’ prima un processo mentale.

Disciplina e rigore anche ai fornelli, i risultati sono quelli che conosciamo e adesso è pronto a mettere nel mirino la Champions League numero sei. 6 (scritto in numero), più di tanti club ultracentenari. Mai sazio, i sogni nutrono la mente e non ingrassano. L’ultimo pasto ad Anfield non è andato poi così male.

di Mario Lorenzo Passiatore

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