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Mancini racconta Vialli: “Mi nascose la malattia perché non voleva che...”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 10/01/2023

Ospite a ‘Porta a Porta’, l’allenatore della Nazionale ha raccontato il suo rapporto con Vialli. L’ultimo incontro a Londra, l’abbraccio a Wembley, l’affetto dei calciatori e la promessa: “Gianluca mi disse che dovevamo vincere i Mondiale del 2026 e…”

Perdere due amici in pochi giorni, nessuno è stato peggio di Roberto Mancini in queste ore. Prima Sinisa Mihajlovic e poi Luca Vialli. Due compagni di viaggio che hanno segnato in maniera importante la sua vita, i rapporti umani si sono intrecciati in maniera indissolubile con quelli professionali.

Il Commissario tecnico della Nazionale si è raccontato a ‘Porta a Porta’, ha parlato dell’ultimo incontro con Vialli, prima che il tumore al pancreas prendesse definitivamente il sopravvento. I dettagli sono commoventi, era Vialli a dar forza al Mancio nell’ultima chiacchierata a Londra.

“Sono andato a trovarlo, ma avevo un po’ di paura. Si è svegliato, abbiamo riso, scherzato, abbiamo chiamato Attilio Lombardo. Mi ha detto 'io sono sereno, stai tranquillo'. È stato lui a tirare su di morale me e non il contrario. Era lucidissimo, ci siamo ritrovati come ci siamo lasciati: bene. Non mi ha parlato all'inizio della malattia, me lo disse solo nel 2019 per non farmi soffrire, aggiungendo che si stava curando. Ma era molto positivo perché lui è sempre stato un combattente. Da quel giorno sono cambiate tante cose, il tempo che passava e la speranza che lui ce la facesse. Fino all'ultimo abbiamo sperato in un miracolo”.

La vittoria dell’Europeo, l’abbraccio di Wembley e il rapporto viscerale con i calciatori che ascoltavano con grande interesse le sue indicazioni. È stato un abbraccio che ha racchiuso tutto a livello sportivo e non solo. Non stava già bene, ma spero quel momento lo abbia risollevato un po', per noi Luca è stato un personaggio fondamentale per le nostre vittorie. Quando parlava ai giocatori loro raccoglievano tutto”.

L’ultimo desiderio, quasi una missione per il futuro e per il nuovo corso degli azzurri che dovevano riscattare la mancata qualificazione in Qatar. “Gianluca mi disse che dovevamo vincere i Mondiali del 2026 e che sarebbe stato con noi”. 

di Mario Lorenzo Passiatore