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Le lettera da brividi indirizzata a Josip Ilicic

di Redazione

Pubblicato il 23/01/2022

Un pensiero toccante che ha coinvolto emotivamente i tifosi bergamaschi. Il momento di Ilicic raccontato dall’inviato di guerra Gigi Riva: una lettera di speranza e di grandissima umanità: “Noi non possiamo far altro che inchinarci davanti al suo dolore esistenziale, ringraziarla per le gioie”

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La notizia era filtrata in settimana, Gasperini ieri al termine di Lazio – Atalanta ha confermato l’indisponibilità di Josip Ilicic che sarebbe ripiombato nel tunnel della depressione. Un vortice che lo aveva già travolto la scorsa stagione, per poi uscirne lentamente da vincitore.

Nell’ultimo periodo non vi era più traccia del calciatore sloveno e l’allenatore della Dea con estrema sensibilità ha detto che per Josip ci sarà sempre modo per aspettarlo. “Lo aspetteremo tutta la vita come persona, come calciatore è imprevedibile. I medici non sanno darci una risposta, non posso darla io”.

Un estratto di quello che ha detto ieri nel post gara e che ha lasciato di sasso giornalisti e addetti ai lavori. Siamo nella sfera più intima dell’uomo e sulla quale è opportuno attenersi a quello che dicono le fonti ufficiali e vicine al calciatore.

In settimana l’inviato di guerra Gigi Riva ha scritto una lettera sul Corriere della Sera indirizzata proprio al calciatore dell’Atalanta. Colpito dal suo dramma interiore che lo tormenta da un paio di stagioni a fasi alterne. Una lettera di speranza e di grandissima umanità.

“Caro Josip Ilicic, conosco l’inferno della Bosnia che porta dentro di sé. Per ogni tifoso atalantino lei è diventato l’emblema di una persona fragile e geniale, da tenere per cara. Ho letto del suo nuovo travaglio, del malessere interiore riemerso in un altro momento difficile della comunità a cui ora appartiene, la comunità bergamasca, alle prese con l’ondata di coronavirus più virulenta dopo la prima del 2020.Noi non possiamo far altro che inchinarci davanti al suo dolore esistenziale, ringraziarla per le gioie. Si prenda il suo tempo, ne ha tutto il diritto. Noi l’aspettiamo non con l’egoismo del tifoso che la vorrebbe presto con la maglia nerazzurra ma con l’affetto di chi vorrebbe che rispuntasse sulle sue labbra un sorriso. Sarebbe il segno che non sempre vincono i cattivi se non saranno riusciti a piegare un voglia di vita. Anche questa sarebbe una forma di giustizia. E dipende da lei“.

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