Calcio Totale Racconta

Dalla Juve alla Juve, l’incredibile incrocio di Federico Chiesa

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 05/01/2022

Federico ha esordito in A proprio contro la Juve per poi diventarne uno degli investimenti più onerosi del club, a distanza di quattro anni. Coccolato e apprezzato da due ex centrocampisti come Sousa e Pirlo che in bianconero hanno lasciato il segno

C’è una data da cerchiare in rosso per Federico Chiesa, che per ovvie ragioni cambia le sorti della sua vita sportiva: 20 agosto 2016. E’ la prima giornata del campionato di serie A, la Fiorentina affronta la Juve di Allegri allo Stadium. A sorpresa, Paulo Sousa si affida a un tridente inedito, con Ilicic e Kalinic, ecco il giovanissimo Chiesa: 18 anni e 10 mesi. Per la viola in panchina c’erano almeno tre giocatori in quel ruolo, e che giocatori: Pepito Rossi, Mati Fernandez e Mauro Zarate. Ma è il primo segnale che Sousa lancia al calcio italiano: occhio al ragazzino, gioca perché si è messo in evidenza, non per mera emergenza. In estate, l’allenatore lusitano si era opposto alla cessione in prestito, chiedendo ai dirigenti di farlo maturare con lui. Viene accontentato, però i dubbi restano vista l’abbondanza nel reparto offensivo.

Si accenna alla mossa del tecnico portoghese nel pre-partita, ma i riflettori sono tutti per la nuova Juve che in estate aveva monopolizzato il mercato con Pjanic e Higuain, versandone la clausola monstre nelle casse del Napoli. Sarà proprio l’argentino a deciderla da subentrato, con una zampata da vero nove. Federico fa il suo, ma al primo minuto del secondo tempo, Sousa lo sostituisce con Tello. Bocciatura o senso di protezione, la risposta è nei mesi successivi quando completerà la stagione con 34 presenze e 4 reti. E’ ancora il figlio di Enrico, si parla tanto del padre, delle movenze che in parte lo ricordano e del suo stile di gioco. Sousa, tra lo stupore generale, dichiarò a fine partita: “Chiesa ha tutto per fare il capitano in futuro”.Una sorta di profezia che si avvererà in parte con la maglia viola. Lo disse dopo la sua prima apparizione in A.

DA SOUSA A PIRLO, DUE VISIONARI IN CAMPO

Dal prestito sventato, all’esordio in A contro la Juve, fino all’approdo ai bianconeri: tutto in quattro anni. Chiesa diventa finalmente Federico, non soltanto il figlio di Enrico. E’ la realtà con cui devono fare i conti tutti i figli d’arte. Nel destino due uomini che da calciatori leggevano calcio in mediana, come Paulo Sousa e Andrea Pirlo. Entrambi con un trascorso importante a Torino e d’accordo sulle potenzialità di Federico. Il primo lo ha protetto, coccolato e lanciato in A. Il secondo lo ha chiesto a gran voce ai suoi dirigenti per ridisegnare il nuovo corso della Juve.

Chiesa è talmente legato al suo mentore Sousa, che in una recente intervista ha dichiarato di dedicare ogni step della sua carriera al tecnico di Viseu. “A lui devo tutto, non smetterò mai di ringraziarlo, ogni miglioramento non posso che dedicarglielo”. Si è lasciato consigliare più volte e ha confessato che ancora oggi lo sente spesso. Un riferimento in più, oltre a papà Enrico, un altro che conosce bene il calcio e le sue dinamiche. Pirlo lo ha scelto, lo ha difeso dopo Crotone e lo vuole al centro del progetto. 20 agosto 2016 e 17 ottobre 2020: dall’esordio contro la Juve al debutto con la Juve.

di Mario Lorenzo Passiatore

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