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Chi sale e chi scende: l’analisi della nuova Juve di Pirlo

di Simone Ruggieri

Pubblicato il 04/01/2022

Bianconeri ai raggi X, tra teorie e principi di gioco del nuovo tecnico che è alla sua prima assoluta in panchina. A una settimana dall’inizio del campionato, Pirlo attende il centravanti per disegnare la sua Juve

Del Pirlo pensiero, per ovvie ragioni, conosciamo ben poco. Non ci resta che aspettare e provare a leggere tra le righe le sue parole in occasione della presentazione. Tre concetti chiave espressi in maniera tanto diretta quanto precisa per introdurre la sua visione: padronanza del gioco, recupero veloce della palla e versatilità. Già, quella capacità di adattarsi a più situazioni e probabilmente a più moduli. “In difesa possiamo giocare sia a 4 che a 3. Potremmo anche difenderci a 4 ed impostare poi a 3”. Insomma, si va verso un concetto di squadra pensante che sappia cambiare pelle usando più chiavi interpretative. Siamo in piena teoria, nella dimensione dei principi che presto diventeranno prove di campo e di intesa. “Mi piace un calcio di rotazione con gente in movimento e che abbia voglia di riconquistare il pallone quando non siamo in possesso. E’ una questione mentale che deve entrare ben in testa.”

Premesso che sarà una stagione difficile da gestire per mille motivi, andiamo ad analizzare la rosa a disposizione di Pirlo e gli eventuali innesti che servirebbero per migliorare la squadra. Considerando le difficoltà economiche che in questo mercato estivo si tradurranno, nella maggior parte dei casi, in scambi e nuove sostanziose plusvalenze.

In difesa, con la cessione di Romero all’Atalanta e con la difficoltà di cedere Rugani, il reparto dei centrali e pressoché completo. Con il ristabilito Demiral e il recuperato Chiellini, quindi i confermati De Ligt e Bonucci.Se restano seri dubbi sull’affidabilità di Rugani, quinto centrale nelle gerarchie, ancora più controversa è l’affidabilità da un punto di vista fisico di Chiellini, il quale nonostante la grande prestazione contro l’Olanda, non gioca due partite consecutive da più di un anno. Per inciso, ha compiuto da poco 36 anni.

La speranza maggiore è rivolta al recupero fisico di Merih Demiral. Il gigante turco assente da gennaio 2020 per una lesione al legamento crociato anteriore e del menisco, aveva ben impressionato in inverno, tanto da far vacillare la titolarità di De Ligt. Da luglio è ritornato in gruppo e ha già giocato svariati minuti con la nazionale turca. Gli unici sicuri del posto sarebbero Bonucci e De Ligt. L’olandese in grande crescita per tutto il girone di ritorno della scorsa stagione, sarà fermo ai box fino ottobre per via dell’operazione alla spalla.

Capitolo terzini, merita un discorso a parte. Nella passata stagione la vera fortuna della Juve è stata Juan Cuadrado: il migliore per affidabilità, spinta e senso di posizione in fase difensiva. Pensate che il titolare era Danilo, preso a seguito di uno scambio con Cancelo (finito al City). Il brasiliano dopo il gol lampo in campionato contro il Napoli, ha alternato prestazioni sottotono a periodi di assenza per infortuni muscolari. Anche quest’anno sarà l’alternativa al colombiano.

A sinistra, Alex Sandro ha disputato un’altra stagione in chiaroscuro. Difficilmente finirà sul mercato (l’ingaggio non aiuta) e sarà ancora una volta il padrone della corsia mancina. Come alternativa prende quota l’idea di confermare Luca Pellegrini, dopo la parentesi positiva al Cagliari. De Sciglio è numericamente il quinto terzino in rosa. La Juve, di fronte a un’offerta in linea con le aspettative, di certo non farà muro per trattenerlo.

Centrocampo, quanti dubbi

Allo stato attuale, la mediana rappresenta il più grande enigma dell’organico. Vidal, Pogba, Pirlo e Marchisio, sono ormai un lontano ricordo. Qui, forse la società ha delle responsabilità nel non aver ricreato un reparto all’altezza nel corso degli anni. Un reparto statico e con pochi gol all’attivo, se vogliamo è stato il vero problema della Juve di Sarri nella passata stagione. Con i centrocampisti che non avevano nelle corde gli inserimenti in area, neppure quando Ronaldo o Dybala si allargavano per ricevere palla.

Rabiot, Bentancur e Ramsey, salvo offerte irrinunciabili, resteranno in bianconero. E’ stato sostituito Pjanic con Arthur (ottimo giocatore in fase d’interdizione ma con pochi gol nelle gambe) e Matuidi con McKennie (buon giocatore per corsa e recupero palla). Tutto fermo sul fronte Khedira, alla Juve hanno provato a dire: “Grazie di tutto, Sami”, ma il tedesco nonostante sia falcidiato dagli infortuni muscolari, di rescindere non vuole proprio saperne. I 7 milioni percepiti (bonus inclusi) restano un buon motivo per dichiarare amore eterno alla Juve.

 Cercasi centravanti. Anzi, due

 Ci sono tante cose da mettere in ordine, nella confusione di un insolito mercato di settembre. Due anni fa il super investimento su Cristiano Ronaldo, poi il tentativo maldestro di cedere Higuain, alla fine il Pipa è finito in prestito al Milan ed è ritornato alla base l’anno seguente. Dopo una stagione tra luci e ombre, Pirlo gli ha subito comunicato la sua idea: la Juve e Higuain hanno scelto così di separarsi.

Tutto regolare se non fosse che mancano otto giorni all’inizio del campionato e i bianconeri non dispongono di un centravanti. L’unico attaccante, già in forma, è il solito Ronaldo, poi Dybala, sulla via del recupero dall’infortunio muscolare. Douglas Costa stranamente non compare nella lista indisponibili: tecnicamente fuori categoria ma costantemente fermo ai box. Out fino a ottobre Bernardeschi, anche lui non ha mai fatto della continuità di rendimento la sua miglior dote. La Juve ripone grandi aspettative in Dejan Kulusevski, lo svedese dovrà fare i conti con le difficoltà fisiologiche del primo anno in un top club. In ogni caso, può fare tanto o quasi tutto, tranne che la punta.

Il giocatore più adatto al progetto Pirlo è un centravanti che sappia proteggere palla, forte tecnicamente e in grado di creare lo spazio agli esterni e alle mezzali. Un solo nome visto il mercato a basso costo: Edin Dzeko, nonostante i suoi 34 anni. Resta da capire la volontà del giocatore di lasciare Roma e quante possibilità di accordo ci siano tra Roma e Napoli per lo scambio Under – Milik.

Il nome più suggestivo è quello di Luis Suarez, pare che i tempi per il suo ingaggio (ammesso che ci sia solo la Juve in corsa) possano allungarsi: i tempi tecnici per il passaporto sembrano meno stretti del previsto. E’ il grande centravanti che non ha mai perso il vizio del gol, nonostante (anche lui) non sia più giovanissimo.Dunque, non si prevedono grandi investimenti in attacco e neppure a centrocampo, quindi bisognerà fare in fretta per portare a casa due bomber low cost per soddisfare le richieste di Pirlo.

Analisi tattica

Stando alle parole del tecnico, vedremo una Juve alla continua ricerca del possesso e del recupero immediato del pallone. Una squadra con baricentro più alto (più europeo) e i giocatori dovranno sacrificarsi e correre tanto anche indietro.

Considerando la rosa attuale, oltre all’attaccante, Pirlo dovrà risolvere il problema condizione fisica per scongiurare gli infortuni muscolari che negli ultimi anni hanno reso la Juve assoluta primatista. A tal proposito, ha fatto rientrare il preparatore atletico Paolo Bertelli, già nello staff bianconero nell’era Conte. E poi testa, tanta testa: dai principi enunciati in conferenza sembra voler mixare i concetti di Conte e quelli di Sarri. Vedendo le caratteristiche della rosa a disposizione, soprattutto dei centrocampisti, sarà una grande sfida.

Ipotizziamo quindi una difesa a 4 in fase di non possesso e a 3 in fase di possesso con i terzini (a turno) che andranno a creare superiorità numerica a centrocampo. Mediana a 2 con Bentancur (o McKennie) e Arthur con Kulusevski (o Ramsey) trequartista (vertice alto del rombo), o semplicemente a 3 con Bentancur davanti alla difesa e con Rabiot e Arthur interni. In attacco si partirà a 3 con Ronaldo e Douglas Costa (o Dybala) sugli “esterni” con il nuovo centravanti, o Dybala falso nove. Il vero jolly potrebbe essere Kulusevski che potrà far cambiare in qualsiasi momento modulo al proprio allenatore.

Tradotto in numeri: 4-3-3 o 4-2-3-1. O addirittura 3-5-2 in assenza di Ronaldo, oppure un 3-4-3 con Ronaldo in campo. In questo caso tutto dipenderà dal numero di centrali difensivi che avrà a disposizione il tecnico. Ciak, si gira. Il maestro sale in cattedra.

di Simone Ruggieri

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