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Di Nunno raggiante: “In C raccontano cavolate, ora sto gioendo perché…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 08/07/2023

Il presidente del Lecco dopo l’esito del ricorso e la riammissione in B si è sfogato attaccando i presidenti di Serie C, ha rivendicato i diritti acquisiti sul campo. Poi una stoccata forte ai suoi tifosi: “I soldi se li tengono tutti per loro. Tanto c'è lo scemo, che è venuto dalla Puglia che li mette. Però adesso sto godendo…”

Il ricorso del Lecco è stato accolto e la squadra del presidente Paolo Di Nunno è stata riammessa in Serie B, dopo aver conquistato il campionato cadetto sul campo. Il numero uno del club lombardo aveva minacciato più volte di lasciare il calcio, nel caso in cui fosse arrivata una decisione diversa dagli organi giudicanti.

 Una centrifuga di polemiche che ha coinvolto anche altre squadre: il Foggia (perdente finale play off) e il Brescia di Cellino che aveva presentato la doppia iscrizione in C e in B. Durante l’ultima puntata di Sportitalia Mercato, il presidente Di Nunno si è sfogato a microfoni accesi.

"Quest'anno la mia era una squadra da retrocessione, invece è andata in B. I presidenti di C raccontano solo cavolate. Per fare un campionato medio ci vogliono dai due ai tre milioni e poi la Serie C non ti dà niente. Ho incassato di più nei play-off dove ho riempito lo stadio. Lecco è una bellissima città però c'è un punto interrogativo: i soldi se li tengono tutti per loro. Tanto c'è lo scemo, io, che è venuto dalla Puglia che li mette. Però adesso sto vincendo io e vedremo chi vincerà in futuro".

La decisione drastica in caso di esito diverso del ricorso e i complimenti ai suoi avvocati per il lavoro svolto in questi giorni caldissimi di luglio.

"In quattro-cinque anni ho preso il Lecco dal fallimento e l'ho portato in Serie B. Non sono Berlusconi io. Non ho tanti soldi. Ho fatto quello che ho potuto. Eravamo gli sfavoriti quando abbiamo iniziato i play-off. Nessuno pensava al Lecco. In caso ripartenza dalla D avrei lasciato tutto. Se non avessi vinto il ricorso avrei lasciato il calcio. Devo fare i complimenti ai miei due legali, l'avvocato Salvatore De Lorenzi e Zillari. Contro il Foggia abbiamo fatto due ottime partite. L'allenatore Luciano Foschi è confermato. Lo stadio? Per adesso noi giochiamo a Lecco. Come faccio ad andare fino a Padova? I posti nello stadio ci sono. Non li hanno contati".

Poi sul Brescia e Cellino: "Loro volevano farmi le scarpe, loro hanno ancora i comandi vecchi come le tazze di caffè che si girano e si voltano. Ma avevo ragione io e dovevo andare per forza in Serie B. Ho vinto sul campo e non ho rapinato nessuno".

di Mario Lorenzo Passiatore

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