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Buffon sul razzismo: “Stadio spesso considerato come zona franca. La cosa importante è…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto di Dal web

Pubblicato il 29/03/2024

L’ex portiere azzurro e attuale capo delegazione della nazionale, ha risposto a una serie di domande sul razzismo nel mondo del calcio. “In linea di massima negli stadi si cerca di destabilizzare l'avversario rendendolo più debole, cercando di colpirlo in un nervo scoperto…”

Il caso Acerbi – Juan Jesus ha monopolizzato le pagine dei giornali per diversi giorni. Nessuna sanzione per il difensore dell’Inter, secondo il giudice sportivo non esistono elementi probatori in grado di appurare l’eventuale colpevolezza di Acerbi. A Napoli non l’hanno presa benissimo: il club ha già annunciato che non aderirà alle iniziative della Lega contro il razzismo. In queste ore Gigi Buffon ha parlato di uno dei casi più spinosi a “Stasera c’è Cattelan” su Rai Due.

"Lo stadio viene considerato una zona franca in cui ognuno si sente in diritto di sfogare le proprie frustrazioni. Il percorso per battere il razzismo è lungo, ma qualche risultato positivo negli anni si è visto. Poi si ricade in qualche errore e qualche polemica, l'importante è che uno sbaglio deve essere fatto in buona fede e senza aver avuto la volontà di ferire realmente qualcuno, perché a quel punto sarebbe molto grave.

In linea di massima negli stadi e non solo si cerca di destabilizzare l'avversario rendendolo più debole, cercando di colpirlo in un nervo scoperto. Questa è una scorrettezza, la sportività dovrebbe essere un'altra cosa e dovrebbe vincere chi è il migliore, non chi adopera mezzi per crearsi vantaggi".

di Mario Lorenzo Passiatore

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