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Drink, prostitute e allenamenti, come Ferguson gestiva Rooney: “Mister, come si fa?”

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto di Planet Football

Pubblicato il 31/01/2023

Il Sun ha pubblicato alcuni stralci del diario di un grande amico di Ferguson. Tra le righe un episodio che racconta Rooney in tutti i suoi eccessi che dovevano incastrarsi con gli impegni della squadra. “Abbiamo parlato di Wayne e sembrava un po' abbattuto, così mi ha detto che…”

Non esiste un manuale per gestire i grandi campioni, è sempre un’esperienza diversa rispetto alle precedenti. Solo il fiuto, l’istinto del grande allenatore è in grado di trasformare problemi enormi in nuove opportunità. Già, talvolta bisogna chiudere un occhio o far finta di nulla, soprassedere per il bene comune. Altre, prendere le situazioni di petto, in maniera frontale e senza fronzoli. Alex Ferguson nel corso della sua carriera ha avuto la fortuna di placare l’ira di Cantona e gestire campioni del calibro di Beckham, Keane, Scholes, Rooney.

L’ex Boss dello United durante la sua avventura in panchina si confidava con Alastair Campbell, ex portavoce di Tony Blair. Proprio Campbell ha deciso di pubblicare i suoi diari e la figura del tecnico scozzese compare più volte. Sono diversi gli aneddoti raccontati nelle sue pagine e ripresi dal Sun.

Una parte è dedicata proprio alla vita sregolata di Rooney che, oltre al calcio, aveva due grandi passioni: alcol e prostitute. "Abbiamo parlato di Wayne e sembrava un po' abbattuto. I giornali erano pieni di storie su Rooney e alcune prostitute, quindi gli ho chiesto 'cosa pensi di fare con lui?'"

Campbell si aspettava una soluzione, invece l’unico cosa da fare era non intervenire, non agire. Tirare dritto e chiudere un occhio, nella gestione dei grandi campioni bisogna accettare determinati compromessi. Non c’è un’unica strada da seguire. "Lui mi ha risposto 'E che ci posso fare? È anche l'ultima persona che dovrebbe bere un drink'. "Secondo Alex, Rooney stava facendo in****are gli altri giocatori cercando di prendere il controllo".

di Mario Lorenzo Passiatore