Un esordio complicato per i delfini, e che certo non potrà
essere indifferente a Zeman: proprio le denunce del tecnico ceco avevano
scoperchiato negli anni ’90 il sordido legame tra calcio e doping, e più volte
il suo dito è stato puntato contro la società bianconera. Delle accuse che ha
sempre definito come rivolte verso il sistema, piuttosto che verso la singola
squadra, ma che sono bastate per proiettare nell’immaginario collettivo la
figura di Zeman sull’Olimpo dell’anti-juventinità.
Niente di più sbagliato. Lo stesso Zeman ha affermato più
volte di essere stato da bambino tifoso proprio della Juve, e di aver gioito
direttamente dagli spalti al famoso tacco di Bettega contro il Milan. Ma si sa,
spesso prendere delle posizioni significa anche voltare le spalle al tuo primo
amore. E rischia di farti letteralmente odiare da tutto un mondo di tifosi e
appassionati bianconeri. Bene così, d’altronde Zeman non si è mai fatto
problemi a piacere a tutti.
Ora lo scoglio è arduo, anche se davanti non c’è gente come
Del Piero o Nedved ma dei ragazzi che vogliono giocarsi le loro chance. Sono
passati nove anni dall’ultima volta in cui Zeman incontrò i bianconeri: era il
18 dicembre 2014 e il boemo allenava il Cagliari, di fronte la Juve del
neoallenatore Allegri. 1-3 il punteggio finale, una sconfitta che costerà il
posto a Zeman, esonerato cinque giorni dopo.
Sabato, a 76 anni compiuti, Zeman vorrà sicuramente
dimostrare che le motivazioni non gli mancano. E che se dall’altra parte c’è la
Juve, bisogna impegnarsi il doppio.
di
Emiliano Fraccica