Il Taranto è ufficialmente in vendita,
il presidente Massimo Giove nelle scorse ore si è dimesso, comunicando il suo
disimpegno totale alla causa rossoblù per la nota vicenda stadio: dal primo
ottobre ci saranno i lavori dei Giochi del Mediterraneo e la società
traslocherà altrove. Ma il presidente ha puntualizzato alcuni aspetti e non
intende consegnare il titolo al comune: "Non regalo la società”.
Una diatriba che ha sancito una
frattura insanabile con la parte amministrativa. Inoltre, il presidente Giove,
non avrebbe pagato gli stipendi di giugno e si è già innescata la fuga dei
calciatori di mister Capuano, oltre a rischio sempre più attuale di una
penalizzazione nel prossimo campionato. Proprio a tal proposito è arrivata la
risposta puntuale di Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto, che non ha gradito le
parole dell’ex presidente Giove.
"Da nessuna parte si è mai vista una simile incresciosa
gestione del calcio e tanta insolenza nei confronti della pubblica
amministrazione. Il presidente dimissionario onorasse contratti e stipendi ai
propri tesserati, che sta facendo fuggire, nel caso dopo parleremo del resto.
Partiamo da un dato di fatto, il Taranto FC 1927 è una società di diritto
privato. Non è nel ruolo della pubblica amministrazione ingerire in questioni
private, ancorché connesse a situazioni di un certo interesse per la collettività.
L’Amministrazione comunale, perciò, non può che attenersi a questa realtà,
evitando di perpetrare quell’immorale andazzo tutto tarantino che salda
politica e calcio, strumentalizzando la tifoseria rossoblù. Andazzo nel quale,
ci sembra di poter affermare che Massimo Giove è stato indiscusso maestro in questi
anni.
l bluff, come era tristemente ovvio, è ormai terminato ed è giusto
che ognuno si tenga le responsabilità proprie del ruolo. All’opera di
distrazione di massa di Massimo Giove non crede più nessuno. Ciliegina sulla
torta a questo giro, non si capisce poi cosa c’entri il Comune di Taranto nel
pagamento degli stipendi degli atleti tesserati, quando ancora non è iniziata
la stagione, lo stadio è ancora lì e forse sarebbe stato solo saggio eseguire una
buona programmazione finanziaria. Magari la prossima volta si chiederà persino
all’assessore allo sport di mettere il pallone in rete la domenica, al posto di
qualche centravanti.
Peraltro,
sono ancora freschi nella memoria di tutti i tentativi di strumentalizzazione
di una parte della tifoseria contro le istituzioni, “colpevoli” di aver dopo
decenni finanziato il progetto per un nuovo moderno stadio per il calcio
ionico, cosa che in altri contesti fanno gli imprenditori impegnati nel calcio,
tanto per ricordarlo. E nel contempo, aver ricercato soluzioni geograficamente
vicine per le gare delle prossime due stagioni sportive. Un giorno forse
comprenderemo per quali ragioni Massimo Giove, al contrario, ami così tanto
l’Abruzzo. Motivo per cui, quando Massimo Giove, direttamente o per il tramite
del Trust organizzato, e finanche una delle controparti che in queste ore sono
all’opera dovessero chiedere formalmente la collaborazione del Comune di
Taranto e mettere a disposizione il relativo titolo sportivo, solo allora sarà
valutabile un intervento di mera mediazione.
Come imprenditore forse avrebbe potuto fare di meglio, come
politico ha diverse chance Massimo Giove. Però, gli suggeriamo ancora una volta
prudenza, poiché siamo al lavoro con gli avvocati anche noi, dato che ci siamo
stufati di questa continua irresponsabile e strumentale aggressione. Ne
risponderà anche nei termini dell’ordine e della sicurezza pubblica in città.
Noi siamo pronti a sostenere l’ambiente, ma tutti sono chiamati a seguire
percorsi di legge e fondati sulla serietà dei ruoli. Ci auguriamo ad ogni modo,
nell’interesse dei tifosi e della città tutta, l’avvio rapido di una nuova
fase, Taranto non merita questi teatrini indegni e inconcludenti".
di
Mario Lorenzo Passiatore