Partito dalla sua Repubblica Ceca, ha raggiunto i
biancocelesti nel 2008 ma non riesce a incidere e così se ne va in prestito al
Brescia per farsi le ossa. Quest’ultima esperienza si rivela positiva, e
culmina con la promozione in A dei lombardi, poi Kozak ritorna nella capitale
per guadagnarsi il posto alla Lazio (impresa difficile, a quei tempi, data la
qualità che il reparto offensivo degli aquilotti poteva vantare tra Klose,
Zarate, Keita e Rocchi). Lui però non si scompone e si guadagna il ruolo di
jolly d’attacco, capace di entrare anche a partita in corso. L’Europa League della stagione 2012-13
rimane il punto più alto della sua carriera. Petkovic gli dà l’occasione, anche
per far rifiatare i titolari, di mettersi in mostra nel torneo e Libor lo
ripaga a suon di gol: doppietta al Mura nei preliminari, doppietta contro il
Panathinaikos, gol contro il Maribor, doppietta nei sedicesimi contro il
Borussia Monchengladbach e poi la serata dell’Olimpico e del suo hat trick. Chiuderà quell’Europa
League da capocannoniere.
Dopo la Lazio il passaggio all’Aston Villa, in quello che
poteva essere il suo grande salto, ma inizia il calvario: rottura di tibia e
perone a gennaio 2014, un’operazione chirurgica sbagliata che gli farà saltare
anche la stagione successiva. Ritorna ma poi c’è la frattura della caviglia.
Dal 2017 in poi arrivano Bari, Livorno, Slovan Liberec, Sparta Praga e altre
squadre che facciamo fatica a pronunciare. Ieri si concretizza il ritorno in
Italia, all’Arezzo di mister Paolo
Indiani. E non possiamo che fargli un grande in bocca al lupo.
di
Emiliano Fraccica