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Mondiali, De Bruyne: “Haaland o Lukaku? Non è carino, ma ne scelgo uno”
25/11/2022
di Mario Lorenzo Passiatore
Il Belgio è già concentrato sulla prossima partita contro il Marocco, ma il suo leader tecnico e carismatico è stato interrogato sul potenziale di due calciatori che conosce benissimo. Con uno gioca nel Manchester City, con l’altro praticamente da una vita in nazionale. Attimi di imbarazzo e poi: “Non è una domanda simpatica pero vi dico che…”
Meglio mamma o papà? Questo Mondiale si sta portando in dote una serie di domande scomode durante le conferenze stampa. Dai temi politici che hanno visto protagonista Carlos Queiroz e il suo Iran, a quelle più o meno imbarazzanti per Luis Enrique su Twitch e ora anche Kevin De Bruyne. Prima o poi arriva la domandina che tanto vorresti evitare, a cui però non puoi fare a meno di rispondere.
I più furbi sono quelli che provano a girare intorno all’argomento senza sbilanciarsi mai, nella speranza che il giornalista non si accorga, o faccia finta di nulla. Non è il caso di De Bruyne, non è uno da risposte “da zero a zero”. O bianco o nero, con poche sfumature e dritto al punto, più o meno come si comporta all’interno del rettangolo verde. E’ l’uomo delle decisioni chiave e soprattutto delle responsabilità.
E allora avanti il prossimo: “Haaland o Lukaku?” Sbam, meglio uno o l’altro? Gelo, con il belga è grande amico e compagno da una vita in nazionale, con il norvegese è stato feeling a prima vista, anzi dopo il primo scatto in profondità ha capito che quel ragazzotto parlava la sua stessa lingua. Prima di rispondere, attimi di imbarazzo.
"Non è molto carino farmi questa domanda (sorride, ndr), ma scelgo Haaland perché ha un qualcosa di speciale. Voglio molto bene a Rom, è il mio fratellino. Ma Erling è un giocatore speciale e ce l'ha dimostrato sin qui nel Manchester City. Rom ha segnato 300-400 gol, Haaland può arrivare ad 800-900-1000 reti. Le sue caratteristiche e le sue abilità realizzative sono esagerate. Detto ciò, sono orgoglioso di poter giocare con entrambi".
Insomma, bravi entrambi, ma uno è di un’altra categoria. Proprio a volerla estremizzare, sintetizzando al massimo la sua idea. E’ stato più carino nell’esposizione, però all’età di Haaland ci sono davvero pochissimi precedenti storici. E poi uno che ha frantumato i primi record in Premier League già ad agosto, è davvero una cosa mai vista. Alla faccia della diplomazia.
di Mario Lorenzo Passiatore
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