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Calcio Estero
Batistuta: “Non abbiamo fatto nulla per Maradona, lui invece…”
di Mario Lorenzo Passiatore
Pubblicato il 19/08/2022
L’ex bomber della nazionale argentina ha rilasciato un’interessante intervista a La Nacion. Ha affrontato tanti temi, soffermandosi su Diego e la sua esistenza dopo aver concluso con il calcio giocato. “L'ultima immagine di Maradona in tv è deplorevole, quando l'ho visto mi sono detto 'questo ragazzo è morto, è un fantasma”
La sua mitraglia ha lasciato un segno indelebile in Italia, soprattutto dalle parti di Firenze e Roma. Un attaccante devastante sotto il profilo fisico e tecnico, con Rui Costa uno dei tandem più belli dell’ultimo trentennio per i tifosi viola. Con Totti ha formato il duo dello scudetto nella stagione 2000-2001. Capello avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di averlo, nonostante i problemi fisici che lo falcidiavano da tempo, il tecnico lo friulano lo volle a tutti costi per la sua Roma. Gestì la sua caviglia come una cosa preziosa e, alla fine, ebbe ragione lui.
In queste ore ha rilasciato un’intervista a La Nacion, in Argentina. Tra i tanti temi affrontati, ha parlato della morte di Diego Armando Maradona, con il quale ha condiviso l’esperienza in nazionale. Legato da una profonda amicizia, ha manifestato tutto il suo dispiacere per come è stata gestita la situazione nel disinteresse di tante, troppe, persone. Sono parole forti che non lasciano spazio a tante interpretazioni e il primo a fare mea culpa è proprio Batistuta.
"Quando penso a lui mi sento strano, in debito. Non sono d'accordo col 60% delle cose che ha fatto, ma noi cosa abbiamo fatto per prenderci cura di lui? Cosa ho fatto io, come tifoso, e la società in cui ci troviamo? Non abbiamo fatto un cavolo. Ci aveva dato tutto e noi non gli abbiamo restituito niente. Ritengo che dall'inizio nessuno abbiamo mai fatto nulla per Diego. L'ultima immagine di Maradona in tv è deplorevole, quando l'ho visto mi sono detto 'questo ragazzo è morto, è un fantasma'. Credo che l'avessero trascinato lì per approfittarsi di lui".
di Mario Lorenzo Passiatore
