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La rivelazione shock: “Ferguson mi propose 100k per ritirarmi, poi…”

24/03/2023

di Mario Lorenzo Passiatore

Storie dalla Premier League che rubano più di un sorriso perché i personaggi li conosciamo. Ferguson aveva fatto un’offerta a un suo calciatore: un’idea bizzarra che si trasformò quasi in un atto d’amore. Poi le cose non andarono così: “Mi fece entrare nella sua stanza e mi disse che voleva che smettessi di giocare…”

Ti pago, basta che te ne vai. Potrebbe essere la sintesi di uno degli aneddoti più curiosi degli ultimi anni. I protagonisti sono abbastanza noti al palcoscenico internazionale. A parlare è Paul McGrath, storico difensore del Manchester United che ha indossato la maglia dei Red Devils dal 1982 al 1989. Oltre 160 presenze, difensore arcigno che non andava troppo per il sottile con i suoi avversari.

Irlandese di padre nigeriano, aveva mixato perfettamente le due culture. Alla grande passione per il calcio abbinava l’immancabile vizio dell’alcol. Non riusciva proprio a smettere e per un atleta professionista era più di un problema. Ferguson provò più volte a mitigare la sfera dei vizi, ma con alterne fortune. Soprattutto gli ultimi anni a Manchester furono segnati da troppi fuori-campo che lo fecero sbandare. Prima di lasciare il club, Alex Ferguson, lo convocò nel suo ufficio.

Il tempo era scaduto, per McGrath non c’era più spazio allo United. Cessione in vista? No, Ferguson aveva capito in che stato psicologico si trovasse e gli propose di ritirarsi. Mise sul tavolo un’offerta niente male. Chi pagava nel 1989 per togliersi un giocatore dalla scatole? Nessuno. In realtà si trattava di un vero atto d’amore.

“Mi fece entrare nella sua stanza e mi disse che voleva che smettessi di giocare e tornassi in Irlanda. Mi avrebbe dato 100k. Ci stavo pensando perché in quei tempi 100k erano uno bel po’ di soldi. Poi ci fu l’opportunità di giocare per L’Aston Villa e colsi al volo l’occasione.”

Una nuova vita all’Aston Villa per sette stagioni, poi il Derby County e lo Sheffield United. Ricorda vagamente la storia di un altro irlandese con il quale Ferguson si scontrò più volte negli anni successivi. Roy Keane, l’uomo che non aveva padroni, ma solo nemici.

di Mario Lorenzo Passiatore

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