Ti pago, basta che te ne vai. Potrebbe essere la
sintesi di uno degli aneddoti più curiosi degli ultimi anni. I protagonisti
sono abbastanza noti al palcoscenico internazionale. A parlare è Paul McGrath, storico difensore del
Manchester United che ha indossato la maglia dei Red Devils dal 1982 al 1989.
Oltre 160 presenze, difensore arcigno che non andava troppo per il sottile con
i suoi avversari.
Irlandese
di padre nigeriano, aveva mixato perfettamente le due culture. Alla grande
passione per il calcio abbinava l’immancabile vizio dell’alcol. Non riusciva
proprio a smettere e per un atleta professionista era più di un problema.
Ferguson provò più volte a mitigare la sfera dei vizi, ma con alterne fortune.
Soprattutto gli ultimi anni a Manchester furono segnati da troppi fuori-campo
che lo fecero sbandare. Prima di lasciare il club, Alex Ferguson, lo convocò
nel suo ufficio.
Il
tempo era scaduto, per McGrath non
c’era più spazio allo United. Cessione in vista? No, Ferguson aveva capito in
che stato psicologico si trovasse e gli propose di ritirarsi. Mise sul
tavolo un’offerta niente male. Chi pagava nel 1989 per togliersi un giocatore
dalla scatole? Nessuno. In realtà si trattava di un vero atto d’amore.
“Mi
fece entrare nella sua stanza e mi disse che voleva che smettessi di giocare e
tornassi in Irlanda. Mi avrebbe dato 100k. Ci stavo pensando perché in quei
tempi 100k erano uno bel po’ di soldi. Poi ci fu l’opportunità di giocare per
L’Aston Villa e colsi al volo l’occasione.”
Una
nuova vita all’Aston Villa per sette stagioni, poi il Derby County e lo
Sheffield United. Ricorda vagamente la storia di un altro irlandese con il
quale Ferguson si scontrò più volte negli anni successivi. Roy Keane, l’uomo
che non aveva padroni, ma solo nemici.
di
Mario Lorenzo Passiatore