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Arbitro ex detenuto torna in campo, ma serve la cavigliera elettronica: la storia

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 27/10/2023

Riabilitazione sociale nel rettangolo verde dopo un "cartellino rosso". Arriva dal Brasile una delle storie più curiose dell’ultimo periodo. L’arbitro infermiere è tornato a dirigere una partita dopo aver avuto problemi con la giustizia. “Oggi sono libero, sono tornato a fare quello che amo, ma ho bisogno di...”

Storie dell’altro mondo e non solo dal punto di vista geografico, anche per la portata della notizia. Ritrovarsi in campo con una sorveglianza a dir poco “speciale”. Può succedere anche a un arbitro che per professione deve vigilare sulla condotta dei calciatori e dirigere la partita. Siamo in Brasile, il protagonista della storia è Rhamon da Silva Bandeira, un arbitro infermiere che ha scontato diciannove mesi di carcere per una rapina.

E’ tornato ufficialmente in campo a 29 anni per arbitrare una partita amatoriale a Natal in Brasile, ma ha dovuto indossare la cavigliere elettronica per tutto il match. E non finisce qui, perché per le partite serali servirà un permesso speciale per consentirgli di arbitrare. Insomma, un nuovo inizio per il giovane infermiere che si è messo alle spalle una serie di problemi, tra cui anche quello della droga, come racconta Marca in maniera piuttosto dettagliata, insieme all’agenzia brasiliana EFE.

"Nel novembre del 2021, a causa della dipendenza dalla droga. Mi sono rifugiato in quella che mi sembrava essere la soluzione più rapida per i miei problemi, ma sono sprofondato ancora di più. Oggi sono libero, posso vivere in società e mi diverto a fare quello che più mi piace: l’infermiere e l’arbitro". E allora c'è sempre una seconda possibilità, anche dopo un cartellino più pesante di quello rosso.

di Mario Lorenzo Passiatore

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