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Altro attacco di Cassano a Mourinho: “E’ scarso, oltre alla giacca avevo due orologi. Vuoi imitare…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 11/04/2023

L’ex calciatore giallorosso ha alzato nuovamente i toni delle polemiche replicando a José Mourinho. Da Twitch una risposta che segna un vera e propria spaccatura tra i due: “Lui è scarso come allenatore, può fare l’illusionista di serpenti. Il suo calcio alla carlona è rimasto a trenta anni fa…”

Uno l’ha preso di mira da quasi due mesi, l’altro ha risposto per la prima volta in conferenza stampa alle accuse dell’ex calciatore della Roma. Non c’è affetto, non c’è stima, è appena cominciato un bel ping pong mediatico tra le parti. Cassano ha spesso identificato la Roma come una squadra imbarazzante in virtù della proposta di gioco del tecnico portoghese. Mou ha fatto l’elenco del suo palmares e ha tirato fuori il caso Marko Livaja, ex calciatore dell’Inter, con il quale proprio Cassano avrebbe avuto degli screzi.

Cassano aveva risposto nei giorni precedenti dando poi appuntamento alla Bobo TV, il salottino di Twitch dal quale insieme a Vieri, Adani e Ventola analizzano le partite con pochissimi filtri. Ed è arrivato puntuale, anche stavolta, un nuovo attacco a Mou. 

“A Roma ho passato cinque anni meravigliosi. Alla Roma sta facendo fare figuracce oscene. Giocatori insultati e fatti fuori. All’Inter non ho vinto nulla e non voglio vincere, io ho giocato per far divertire la gente. Lui è scarso come allenatore, può fare l’illusionista di serpenti. Il suo calcio alla carlona è rimasto a trenta anni fa. A Madrid, si dimentica un’altra cosa. Oltre alla giacca avevo due orologi, quattro anelli. Ero grasso, ma se mi hanno preso a 23 anni vuol dire che ero un fenomeno. Ho fatto malissimo per colpe mie.

Lui è stato cacciato da lì perché faceva un calcio orribile, ignobile. Il dito nell’occhio a Vilanonova. Il cinema delle manette in Italia, lui non fa calcio e non parla di calcio. Vorrebbe essere Guardiola, ma non è neanche la punta della scarpa. C’è chi ha vinto meno di lui, ma ha lasciato un segno, una scia, come Michels e Sacchi. Mou, sai dove te li devi mettere i trofei? Non lo dico ma è chiaro”.

di Mario Lorenzo Passiatore

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