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Repice: “Il calcio mi ha salvato la vita, vi racconto un episodio davvero brutto”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 22/03/2023

Il radiocronista della Rai in una recente intervista ha svelato uno degli episodi che hanno segnato in maniera importante la sua vita. I ricordi sono ancora vivi e le emozioni restano come profonde cicatrici in fondo al cuore. “Caspita se ci fossi stato io quel giorno magari non sarebbe…”

E’ la voce storica di Rai Radio 1, un uomo in grado di far vedere (senza telecamere) le partite ai radioascoltatori. Già, l’arte delle narrazione supera ogni confine: l’immaginazione attiva le emozioni, il racconto (il suo) mette i brividi. A prescindere dalla partita, resta sempre un piacere ascoltarlo per proprietà di linguaggio, ritmo e pulsazioni. Repice è occhio e cuore nello stesso istante, uno degli ultimi giornalisti narratori in grado di raccontare il live con una disinvoltura mai vista, anzi mai sentita prima.

Ha rilasciato di recente un’interessante intervista a Cronache di Spogliatoio, parlando di uno spaccato della sua vita. Un episodio forte che mette i brividi perché il timing giocò un brutto scherzo a un suo caro amico.

“Vi racconto la storia di Domenico Gualtieri, il mio compagno di banco in terza media. Domenico era un ragazzino come me che va il pomeriggio a giocare al lago e non sapeva nuotare. Cade e muore. Io ho vissuto per anni con questo grande rimorso. Caspita se ci fossi stato non sarebbe morto. Nessuno, compreso il cugino Roberto, non sapeva nuotare. Per cui mi sono portato dietro questa storia per tantissimo tempo. Ho sofferto parecchio”.

Il dramma nella testa e le difficoltà di ripartire in un nuovo ambiente, in una scuola diversa, quella per ragazzi più grandi, il Liceo. Ed è lì che per la prima volta, il calcio entra in maniera determinante nella sua vita.

“Al Liceo notavo il distacco dei compagni di scuola, capire che venivo da un’altra realtà da un’altra situazione non è stato semplice. Ma alla fine mi ha aiutato il calcio, mi ha aiutato il GS Aurora Lecco, dove giocavo al pallone. Sai in uno spogliatoio si cementano delle amicizie, si cementano dei rapporti che poi ti aiutano anche nella vita. In uno spogliatoio trovi il prepotente, trovi quello più debole, trovi quello più forte, quello più simpatico, quello antipatico e cominci a relazionarti. Sì, è una metafora della vita, ti aiuta a prendere le misure. Lì impari, impari tanto”.

di Mario Lorenzo Passiatore

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