Calcio Totale Racconta

L’ultimo aneddoto di Mihajlovic a Zeman durante la presentazione del libro: quante risate

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 20/12/2022

E’ stato uno show per chi ha avuto la fortuna di viverlo live, un incontro tra due vecchi amici, segnato da storie, aneddoti e tante risate. L’ultima cartolina sorridente di Sinisa, prima di lasciarci. “Sono arrivato all’Inter a 35 anni, se avessi avuto il mister per tutta la carriera, sarei arrivato a 30, di sicuro non a 35 (ride ndr)”.

Ieri l’ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic a Roma. Una folla unita, compatta oltre qualsiasi fede sportiva, scossa per aver perso un grande protagonista del nostro calcio, nella doppia veste: prima da calciatore e poi da allenatore. I suoi modi di fare, di relazionarsi con lo spogliatoio hanno lasciato un segno indelebile nel cuore di chi ha avuto il piacere di conoscerlo. Tanti, tantissimi gli ex compagni di squadra che lo hanno omaggiato da qualsiasi parte del mondo.

La sua ultima apparizione pubblica è stata alla presentazione del libro di Zeman, una sorpresa meravigliosa che il giornalista Andrea Di Caro ha definito una “carrambata”. Sinisa è apparso alle spalle del boemo: occhialini, cappello e il solito sorriso stampato sul volto. Zeman era commosso, il dialogo comincia così, tra un applauso e l’altro: “So che ha fatto tanti sacrifici per essere qui oggi, ma lui è abituato a farli”.

Sinisa, fa una smorfia compiaciuta, i due sguardi si incrociano più volte e poi comincia a raccontare uno degli aneddoti cha ha vissuto con il boemo. “Ogni tanto andavamo a cena a Roma con il mister, solitamente eravamo in tre. Il mister non aveva la macchina o non sapeva guidare (ride ndr), io avevo la macchina sportiva a due posti. E allora dove cazzo andiamo in tre? Mister ha preso il pullmino della mamma, quello per disabili. La gente ci guardava nel pulmino. 'Cazzo, ma è Zeman? Ma è Mihajlovic?' Erano straniti per strada. Era una cosa buffa, faceva troppo ridere”.

Il rapporto da avversari è stato sempre sincero e trasparente, come rivedere un amico, anche se, aggiunge Mihajlovic: “Ci siamo incontrati tante volte, ma ho quasi sempre vinto io (ride ndr)”. Zeman, con grande ironia lo pizzica nell’orgoglio, le punizioni: “Sì, ma una volta a Cagliari hai fatto gol perché i tuoi compagni hanno fatto ostruzione in barriera”. Sinisa ride di gusto: “Ma va mister, ma se con me mettevano la barriera a sei metri”.

Dopo Mihajlovic ha parlato della sua ultima parte della carriera, il trasferimento all’Inter e quella voglia di tornare a vincere. Non poteva mancare la battuta finale su Zeman. “Quando andai all’Inter, il primo anno di Mancini arrivavano i giocatori che avevano vinto qualcosa. Io, Figo, Veron, giocatori abituati a vincere che trainavano tutto il gruppo. A quel punto l’importante era vincere, non come, se giocavi bene ancora meglio, ma era fondamentale farlo in quel momento. Avevamo nella testa quella roba lì. E’ una cosa che mi porto dalla Stella Rossa. Sono arrivato all’Inter a 35 anni, se avessi avuto il mister per tutta la carriera, sarei arrivato a 30, di sicuro non a 35 (ride ndr)”.

di Mario Lorenzo Passiatore

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