Calcio Totale Racconta

Il fratello di Mihajlovic: “Papà scambiava le scarpe che gli regalavano con quelle da calcio per Sinisa. Una volta…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto di Dal Web

Pubblicato il 19/12/2023

Un racconto toccante che spiega la giovinezza di Sinisa dagli occhi del fratello. I sacrifici del padre, il periodo della guerra che ha rischiato di dividere la famiglia e l’aneddoto dello zio. “Una volta era in Spagna e telefonò perché aveva letto di spari a Borovo (la sua città natale, ndr) e ne sentì anche durante la chiamata. Mamma gli disse che era la tv…”

Storie di vita oltre il calcio. Il fratello di Mihajlovic, Drazen, ha svelato al Telegraph in queste ore una serie di aneddoti su Sinisa. Dall’infanzia al periodo adolescenziale, fino agli esordi nel grande calcio. Nel mezzo il rapporto col padre e i momenti bui della guerra. Una storia che non sempre veniva trasferita in maniera integrale al giovane Miha per non farlo preoccupare durante le sue trasferte in giro per l’Europa. Tanti fotogrammi messi in fila da Drazen che fanno venire la pelle d’oca.

"L'infanzia è stata spensierata e felice finché non abbiamo preso coscienza dei sacrifici fatti dai nostri genitori. Papà scambiava le scarpe che gli regalavano in azienda con quelle da calcio per Sinisa. In casa dividevamo tutto a metà e probabilmente è stato quel tipo di educazione a trasformarlo in un atleta di successo prima e in un grande uomo poi. Il giovane Sinisa era molto indisciplinato, spesso arrivava alle mani con ragazzi anche più grandi di lui. Ricordo poi il ricatto della Dinamo Zagabria: se non firmava con loro, non lo avrebbero convocato al Mondiale giovanile in Cile con la Jugoslavia. Non accettò e rimase a casa, i compagni vinsero e lui mentre festeggiavano era in lacrime".

La parentesi sulla guerra è il passo più duro che segna in maniera inequivocabile anche la sua autobiografia. "Una volta era in Spagna e telefonò perché aveva letto di spari a Borovo (la sua città natale, ndr) e ne sentì anche durante la chiamata. Mamma gli disse che era la tv, non voleva preoccuparlo. Quando è tornato a casa, non ha più trovato ciò che conosceva e riconosceva. C'erano bambini di dieci anni che imbracciavano fucili, un'immagine che gli è rimasta nella testa per tanto tempo". La guerra ha rischiato di dividere la famiglia: "Durante la finale di Bari (la Coppa dei Campioni 1991 vinta dalla Stella Rossa, ndr) un vicino di casa ha visto qualcuno che camminava nel cortile di casa nostra, riconoscendo nostro cugino.

Avrebbe dovuto lanciare una bomba a mano, non lo fece perché suo fratello (lo zio dei fratelli Mihajlovic, fratello di loro padre) era lì, venuto a vedere la partita della Stella Rossa. Pensate che Sinisa gli ha salvato la vita una volta che Arkan (soprannome di Zeljko Raznatovic, guerrigliero, ndr) ha catturato lui e un altro paio di persone. Quando hanno capito che era lo zio di Mihajlovic della Stella Rossa, lo hanno cercato e lui ha parlato con Arkan. Lo hanno riportato a Belgrado".

di Mario Lorenzo Passiatore

VAI ALLA CATEGORIA

Calcio Totale Racconta

CONDIVIDI