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Gundogan l'antidivo: “Su Instagram vedo solo vite perfette. Vi racconto le mie priorità…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto di Dal Web

Pubblicato il 09/12/2023

Il calciatore del Barcellona ha rilasciato un’intervista profonda parlando del suo rapporto con i social e della sua vita privata. Una frecciata a tutti coloro che usano internet solo per mettersi in mostra.  “Non è quella la mia realtà. Ci sono anche molti giorni in cui indosso qualunque cosa, in cui voglio semplicemente rilassarmi a casa…”

Sette anni al Manchester City agli ordini di Pep Guardiola. Il Treble con i Citizens nella passata stagione e poi la decisione di lasciare il club e di accettare la corte del Barcellona. Germania, Inghilterra e una nuova avventura in Spagna. Quindici partite nella Liga: un gol e tre assist.

Per ora il rendimento non è assolutamente paragonabile a quello della passata stagione. Il centrocampista tedesco ha parlato in queste ore ai microfoni di France Football. Un’intervista profonda, quasi da antidivo, lontano dall’essere personaggio da copertina. Ha così spiegato il suo rapporto conflittuale con i social.

 "Non sono molto attivo sui social network. Non condivido molto la mia vita privata. Molte persone vorrebbero che lo facessi più spesso, ma a me non interessa e non lo faccio. È una cosa che davvero non mi interessa. Io voglio solo che la gente mi veda come un buon giocatore di calcio. Quindi mi concentro sul mio lavoro, su me stesso, sul mio sport. Ma condividere la mia vita su Instagram o qualcos'altro, davvero, non fa per me. Si sa, tutti hanno problemi nella vita, nessuno ha un'esistenza perfetta.

Tutti abbiamo i nostri dubbi, le nostre preoccupazioni. Quando vado su Instagram vedo solo vite perfette ma questa non è la mia realtà. Quindi sì, mi piace vestirmi elegante, ma ci sono anche molti giorni in cui indosso qualunque cosa, in cui voglio semplicemente rilassarmi a casa, sul divano con mio figlio e mia moglie. Non voglio che le persone diano così tanta enfasi a come mi comporto o a come sono nella mia vita, perché forse rappresenterebbe solo l'1% di quello che sono realmente".

di Mario Lorenzo Passiatore

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