Calcio Totale Racconta

Inzaghi: “Io non guadagnavo quasi niente, oggi i giovani dopo cinque partite…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 15/10/2023

L’attuale allenatore della Salernitana ha parlato di quello che sta succedendo nel calcio italiano con il caso scommesse che vedrebbe coinvolti diversi giovani azzurri. “Sono molto triste di quello che sta accadendo adesso. Prima di arrivare in alto ho dovuto fare tanta gavetta…”

Super-Pippo, una sentenza. Da calciatore ha vissuto una carriera intera tra le maglie dei difensori e il filo del fuorigioco. L’incubo di ogni marcatore che spesso vedeva sgusciarlo via da qualche pertugio. Nel pomeriggio è stato ospite al “Festival dello Sport” a Trento, l’evento organizzato da La Gazzetta.

 Ha parlato della sua vita da calciatore, gli inizi, le prime emozioni, i primi gol. Si è ricollegato a quanto sta accadendo oggi nel calcio italiano con i casi Fagioli, Tonali e Zaniolo, al centro delle presunte scommesse sulle quali sta indagando in queste ore la procura.

“Sono cresciuto con dei valori grazie alla mia famiglia, con Simone abbiamo vissuto un’infanzia bellissima. Sono molto triste di quello che sta accadendo nel calcio italiano adesso. Ho pensato che personalmente prima di arrivare in alto ho dovuto fare tanta gavetta. Ma quella vera. Non guadagnavo quasi niente ed invece ai giovani di oggi dopo cinque partite bene vengono offerti contratti e ingaggi assurdi che non sanno nemmeno gestire. A Leffe vivevo in una stanza con tre compagni, andavamo al campo con una macchina e dividevamo le spese e non giocavo nemmeno nei primi quattro mesi. Ma non ho mai mollato, ci ho sempre creduto. E non erano sacrifici perché in fondo si giocava a calcio. I sacrifici sono altri. Prima di arrivare al top ho dovuto sgomitare tantissimo”.

Poi le porte del grande calcio con le esperienze con le maglie di Juve e Milan, quei sogni alimentati grazie ai gol realizzati in garage e giù in mansarda. Con pochi, pochissimi apprezzamenti da parte del padre.

“Prima la Juventus e dopo il Milan, un sogno che avevo da bambino e che si è avverato. Io ho fatto di tutto per alimentare e provare a realizzare il mio sogno. Il primo gol fatto in Europa fu una roba bellissima, aver raggiunto e battuto il record di Gerd Müller una cosa stupenda. Segnai con il Real Madrid partendo dalla panchina e avevo con me due maglie celebrative. I miei compagni mi presero per pazzo ma poi ho avuto ragione io. Mio fratello Simone è più bravo di me in tutto ma già dai tempi in cui giocavamo a calcio in mansarda, a casa, e il camino era la nostra porta immaginaria. Mio padre ci diceva sempre di smetterla ma noi continuavamo sempre. Un’altra porta bellissima era il garage di casa dove giocavamo con un altro nostro amico che crossava e noi tiravamo al volo. Adesso sfido tutti a trovare un ragazzo che gioca sotto casa con un garage. Il mio obiettivo ora è far avvicinare i miei figli allo sport qualunque esso sia. Perché aggrega, insegna valori e regole”.

di Mario Lorenzo Passiatore

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