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Il teorema di Sciaudone, geometrie a servizio del calcio

di Dario Gallitelli

Foto di Gdm/Labaricalcio

Pubblicato il 10/08/2023

Una storia di calcio lunga 35 anni. Partito con le maglie di Tritium e Taranto con l’etichetta di “Piccolo Kakà”, diventato grande tra “Massimino” e “San Nicola”, sino ad oggi, esperto faro del centrocampo capace di fare le fortune tra le altre di Reggiana, Cosenza e Spezia. Nel giorno del suo compleanno, MondoC rende omaggio all’ “Architetto bergamasco”, Daniele Sciaudone, con un’intervista cha sfiora il passato dopo aver snocciolato il presente.

“È un compleanno diverso, trascorso in famiglia, che mi permette di dedicare un po’ più di tempo ai bimbi, e questo mi rende estremamente felice. Da domani penseremo al futuro, a quella che sarà la nuova stagione. Sono carico e desideroso di fare bene”. Attacca così Sciaudone, che poi commenta con noi la C che sta nascendo soffermandosi anche sul suo futuro: “Quello di quest’anno è un mercato strano, onestamente non cosa aspettarmi, ma sono alla ricerca di un progetto ambizioso, di un campionato di vertice perché sento di essere ancora in ottima forma. La C? Il girone C è sempre quello più complicato. Il fattore ambientale incide molto, leggi le piazze e ti fai un’idea degli stadi in cui andrai a giocare, delle tifoserie con le quali ti confronterai. Quest’anno vedo Avellino e Crotone avanti, ma diverse squadre si stanno attrezzando bene consce del livello della stagione. Nel B, credo che il livello tecnico sia più alto anche perché ci sono diverse realtà che puntano al ritorno in cadetteria, come il Perugia ed esempio, ed altre, come il Cesena o l’Entella, che vogliono riscattare una cocente delusione. Il girone A, ha le sue peculiarità, ma al momento Vicenza e Triestina sono le uniche che hanno manifestato la volontà di compiere il salto di categoria”.

Il centrocampista poi riavvolge il nastro della sua carriera, evocando momenti felici ed un grosso rimpianto: “Se mi giro indietro a guardare quanto fatto, sono felice ed orgoglioso ma un cruccio ce l’ho. Mi manca la Serie A, anche solo esordire avrebbe arricchito il mio percorso, regalandomi la gioia più grossa per un ragazzo che sin da bambino sognava di fare il calciatore. Mi ritengo un fortunato ma credo che in alcune circostanze, in determinati momenti le sliiding doors non abbiano giocato a mio favore. Un esempio? Tanti, tantissimi – spiega Sciaudone -, in primis i Play Off con il Bari. L’esperienza in biancorosso è stata la svolta della mia carriera, nonostante il fallimento siamo stati artefici di una cavalcata meravigliosa. Tutti i baresi, ma non solo loro, si ricordano di quell’annata e sapere che i tifosi custodiscano gelosamente quel ricordo, nonostante tutto è per me fantastico. Posso continuare, e penso al periodo trascorso a La Spezia, dove ho perso due Play Off, a Taranto, dove in condizioni assurde abbiamo sfiorato un vero e proprio miracolo. Sono comunque felice, ora attendo la chiamata giusta e mi godo l’affetto della gente, che a distanza di anni, mi riconosce, mi ferma per strada e mi fa sentire il suo calore. È stato un bel viaggio, ma non ho alcuna intenzione di farlo finire adesso”.

di Dario Gallitelli

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