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Paradiso: “Vi racconto il mondo degli osservatori e come funziona nei pro e nei dilettanti”

17/11/2024

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto: Dal web

Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con chi si interfaccia giornalmente con club, intermediari e procuratori, sempre alla ricerca di nuovi talenti da selezionare. L’osservatore Paradiso ci ha spiegato alcune dinamiche del mondo del calcio e come è cambiata la figura professionale nel corso degli anni.

Studio, analisi dei dati, metodo e costanza nel costruire relazioni da inserire nei database. Osservare, ma soprattutto saper dare un giudizio accurato di un atleta nel corso del tempo. Serve fiuto ed esperienza per riconoscere i tratti di un talento, ma anche grande intuito nel capire le esigenze di un club in un dato momento storico.

La figura dell’osservatore è cambiata tanto nel corso degli anni ed è stata regolamentata nel 2015. Abbiamo avuto il piacere di incontrare Roberto Paradiso, osservatore che opera nel settore calcistico, che ci ha raccontato quali sono le dinamiche del mondo dei professionisti e tutte le sfumature dei dilettanti. Vantaggi e criticità di una figura che troppo spesso opera nell’ombra e non tutti gli addetti ai lavori ne riconoscono il reale valore.

Com’è cambiata la figura dell’osservatore negli anni?
"Per diverso tempo la figura dell’osservatore non è stata regolamentata,  dal 2015 le cose sono cambiate.  Prima l’osservatore era quella figura rappresentata da amici, conoscenti e parenti che segnalavano i ragazzi. Ma sulla base delle loro sensazioni non delle competenze. Dal 2015 è stato introdotto il primo corso di osservatore calcistico, anche se la disciplina è stata regolamentata parzialmente, così nel 2018 la Figc ha subito una sanzione dall’Agicom per abuso di posizione dominante perché riconoscevano la figura dell’osservatore solo a chi aveva frequentato il corso di Coverciano. La normativa è stata modificata, riconoscendo la validità dei corsi esterni. Quest’anno ho preso la qualifica frequentando un ente esterno alla Figc: ho completato il percorso con una parte teorica e pratica, ha fatto seguito un tirocinio di una decina di partite e diversi calciatori da relazionare”.

Come agisce sul territorio l’osservatore?
"E’ quella figura che da regolamento svolge le sue mansioni per società professionistiche. L’osservatore può agire in due modi: come freelance, si crea una banca dati e si fa un elenco di quei prospetti che partita per partita possono essere potenziali talenti da proporre. Da freelance è predominante l’aspetto comunicativo, è un lavoro fatto di contatti e di relazioni. Oppure si può lavorare per una società e dare conto alle specifiche richieste del responsabile scouting o del direttore sportivo. Io lavoro per due agenzie, una con sede in Italia e l’altra in Inghilterra. Ci assegnano determinati campionati da seguire e da studiare, anche sulla base delle richieste che ci sono, incrementi il tuo database e poi proponi i prospetti alle società. Si tratta di campionati meno noti: l’Africa per esempio è un mondo che viene attenzionato in maniera particolare”.

Oltre ai ragazzi, quali sono i vostri interlocutori? I club o i procuratori?
“L’osservatore oltre alle agenzie può interfacciarsi con i club o i procuratori. I club garantiscono un fisso mensile più benefit. I procuratori non ti danno un fisso e talvolta pretendono un rapporto di esclusività, ma non è sempre possibile garantirlo. Tanti di noi non riescono ad arrivare in società professionistiche e allora come vengono tutelati gli osservatori nei dilettanti? In linea di massima servirebbero maggiori garanzie".

Cambia l’approccio tra il mondo dei professionisti e dei dilettanti?
“Sono due mondi diversi. La nostra figura è ufficialmente riconosciuta per conto di società professionistiche. Nei dilettanti sei considerato un consulente esterno, ma le mansioni sono le stesse, a livello formale le cose cambiano. La differenze è tangibile: nel professionismo i club hanno maggiori risorse e capacità d’investimento. Nei dilettanti il mondo si è fermato a tanti anni fa, dove il parente ti segnala il ragazzino promettente”.

Come viene percepita la vostra figura tra i dilettanti?
 “Viene considerata come una figura marginale. Le società si accontentano della segnalazione del vicino di casa, dell’amico o del panettiere. C’è chi ha delle competenze e va rispettato e tutelato, ecco perché chiediamo maggiori tutele come categoria. Bisogna far capire l’importanza della figura professionale nel 2024. E’ facile prendere il nome a fine carriera e strapagarlo nei dilettanti, è più difficile scovare il talento, coltivarlo e seguire il suo percorso di crescita”.

Ci racconti un aneddoto della tua esperienza sui campi?
 “Alla prima partita del mio percorso da osservatore andai a vedere una gara di allievi regionali under 16, vicino Bari. Gara agonisticamente molto combattuta che al 70’ fu sospesa. Un ragazzo della squadra ospite si accasciò per terra, faceva molto caldo, aveva accusato un malore, nulla a che vedere con scontri di gioco. A un certo punto una signora, credo la madre del ragazzo, cominciò a inveire pesantemente contro i tifosi avversari. La signora scagliò un pugno in faccia all’indirizzo di un signore e in tribuna e diventò un tutti contro tutti. Una cosa folle. I ragazzi in campo, aggrappati alla rete che gridavano contro i genitori. Partita sospesa e tutti a casa tra l’imbarazzo generale”.

Quali sono le principali criticità?
"Sono i genitori. Vivono dagli spalti e non capiscono le dinamiche interne di un gruppo o di uno spogliatoio. Questa superficialità diffusa danneggia i ragazzi. E’ una vera e propria invasione di campo dei grandi. Lo sport deve far emergere il talento, non le frustrazioni. La violenza verbale e fisica va condannata sempre”.

Il sito di riferimento è Robertoparadiso.it
Instagram: Roberto Paradiso
 Facebook: Roberto Paradiso osservatore calcistico

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