Un’impresa
storica, la prima salvezza della Salernitana in Serie A arriva in un modo a dir
poco rocambolesco, con una sconfitta per 4 a 0 in casa con l’Udinese. Incollati
con lo sguardo a Venezia, dove il Cagliari non è andato oltre lo 0-0. L’Arechi
al triplice fischio è esploso in un urlo liberatorio. La corsa sconfinata di
Davide Nicola dopo aver abbracciato i suoi uomini, il suo staff. Al termine
della gara ha parlato Walter Sabatini, uno degli artefici di questa salvezza
incredibile, l’uomo che più di tutti ha creduto nella ricostruzione di una
squadra praticamente spacciata e destinata alla Serie B. Così ai microfoni di
Dazn si è sfogato, togliendosi qualche sassolino.
“La metto al primo posto, senza ombra di dubbio, era utopia
partendo dai presupposti in cui eravamo. E’ stata la mia migliore performance,
cosa che mi legittima a continuare. Se non fosse accaduto mi sarei messo in
discussione, per fortuna il Venezia ha fatto una partita convinta e ho dovuto
far tramutare il pensiero di finire qui. Quando ho visto miglioramenti consistenti al campo di allenamento
vedendo un gruppo che stava diventando un monolite, in campo si riuscivano a
capire l’uno con l’altro e quando ho visto questo lavoro fideistico ho
cominciato a credere che il 7% poteva diventare il 100 %. E’ un omaggio al
pubblico, al presidente, ai ragazzi che se lo sono meritato. Va diviso in modo
equo".
Poi la dedica speciale al figlio e a tutte
le persone che lo hanno sostenuto in un momento così difficile. "Non sono
un uomo scaramantico, credo nelle cose e ai comportamenti. Sono sempre al campo
per verificare se ci sono smottamenti nel modo di vivere e convivere con gli
altri. La dedico a mio figlio, che ho avuto in tarda età ma che ha grandi
valori e anche a mia moglie, così come tutte le persone che, pur in silenzio,
non hanno mai perso la fede in me e sono stati decisivi quando ho deciso di
accettare questa sfida".
di
Redazione