Serie A
La verità di Sabatini: 'Salernitana, rifarei tutto. Calcio italiano? C'è paura di perdere...'
05/06/2022
di Claudio Ruggieri
In una lunga intervista concessa al Corriere della Sera, l'ormai ex direttore sportivo della Salernitana Walter Sabatini ha rivelato i motivi della rottura con il presidente Iervolino. Il dirigente ha anche parlato dei problemi del calcio italiano e di tanti altri aspetti del mondo del calcio.
La cavalcata, il grande lavoro, resterà scolpito nella mente dei tifosi della Salernitana e di tutti gli amanti del calcio. La salvezza della formazione granata è stata incredibile, frutto dell'enorme lavoro della nuova proprietà con a capo il presidente Iervolino e del direttore sportivo Walter Sabatini coadiuvato da un allenatore come Davide Nicola che ha lasciato il segno. Ma da qualche giorno a Salerno non si parla d'altro: l'addio di Sabatini.
La rottura è arrivata qualche giorno fa. Da giorni si parla dei contrasti tra il presidente e l'ormai ex d.s. della Salernitana per alcune commissioni promesse da Sabatini nei confronti di alcuni agenti. Una vecchia storia del nostro calcio che il presidente Iervolino vuole combattere. Dalle pagine del Corriere della Sera, Sabatini ha chiarito ogni dubbio riguardo la sua rottura con il numero uno dei campani.
"È tutto figlio di un equivoco. Nel caso di Coulibaly, assurto agli onori delle cronache, rifarei cento volte tutto. Ho solo cercato di difendere un patrimonio della Salernitana, messo a repentaglio da una clausola secondo cui il ragazzo poteva liberarsi a 20mila euro in B e a 1,7 milioni in A: un accordo che ovviamente non avevo fatto io. Il presidente era perfettamente al corrente di tutto, come l’ad Milan, e mi ha dato mandato di risolvere la questione perché non voleva assolutamente perdere il giocatore, e io mi sono limitato a trasferirgli le richieste degli agenti. Stava a lui decidere se accettarle o se perdere Coulibaly. In passato, sul tema delle commissioni ho fatto battaglie di principio, nobilissime ma alla fine anche dannose".
Sabatini ha chiamato in causa alcune situazioni personale del passato dove ha lottato contro alcuni grossi agenti perdendo di fatto la possibilità di portare giocatori importanti. E nell'intervista ha rivelato di aver avuto un grosso scontro con Mino Raiola, il re dei procuratori morto il mese scorso.
"Ho avuto scontri tremendi con agenti che esageravano. Ma, per esempio, mi rimprovero ancora quando ai tempi della Roma litigai a sangue con il povero Raiola, perché venne a chiedermi una commissione di 4 milioni su un giovanissimo Pogba. Ci insultammo a vicenda, oggi mi rammarico invece molto e sono convinto di aver fatto una cavolata colossale, perché quella era sì un’operazione eticamente ai limiti, ma alla fine avrei portato alla Roma un valore tecnico e patrimoniale enorme. Non ho avuto il coraggio di farlo. Sono le cose del calcio: c’è una questione generale sulla quale siamo tutti, o quasi, d’accordo; poi ci sono le situazioni particolari, contingenti, nelle quali bisogna pensarci un attimo e valutare la bontà dell’occasione. Il calcio, spesso, si fa affrontando certe questioni".
Nell'ultima parte dell'intervista Sabatini ha rivelato di aver avuto delle proposte da parte di club importanti: "Merito sicuramente palcoscenici importanti, come la Champions League per esempio. Qualche contatto c'è stato, sono fiducioso". Mentre sul problema del calcio italiano è convinto che il male di tutto sia la paura.
"È un discorso soprattutto strutturale. In Italia abbiamo troppa paura di perdere le partite, quindi la poltrona, la panchina, eccetera. Senza paura di perdere le partite si fanno giocare i 2001, 2002, 2003, ragazzi che matureranno subito per il club e per la Nazionale. Se non superiamo questa barriera culturale, il nostro calcio sarà sempre più povero. Se io becco un istruttore che fa la tattica coi bambini, lo prendo, lo tolgo dal campo e lo licenzio. I ragazzini devono esprimersi in libertà fino a una certa età".
di Claudio Ruggieri