Calcio Totale Racconta

Nessuno vuole essere Robin, o forse sì: il figlio emula il padre

18/05/2022

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto: Flick - Wikimedia Commons

In questi giorni ha firmato il primo contratto da professionista Shaqueel Van Persie, figlio del celebre Robin, attaccante di Arsenal e United. Uno dei più forti della sua generazione che sfiorò il trasferimento in Italia nel 2012, a un passo dalla Juve, poi saltò tutto

Storie che si ripetono ciclicamente e vanno oltre la mera immaginazione. Forse nemmeno le favole più belle iniziano allo stesso modo. E’ vero che la differenza sta spesso nel percorso e, a volte, nell’epilogo. Intanto però Shaqueel Van Persie ha cominciato proprio come il padre. Primo contratto da professionista firmato con la maglia del Feyeenord. 15 anni, attaccante, ala sinistra (e mancino di piede), nato a Londra, con doppia nazionalità olandese e marocchina. Analogie tante, ma ora contano davvero poco, se non per arricchire la storia.

Robin Van Persie, la sua carriera è abbastanza nota. Debutta in prima squadra, indovinate un po’, con la maglia del Feyenoord a 17 anni e mezzo. Quindi otto anni all’Arsenal con Arsene Wenger, poi Manchester United agli ordini di Alex Ferguson e l’esperienza in Turchia con il Fenerbahce. L’ultimo desiderio, chiudere il cerchio lì dove tutto ebbe inizio: il ritorno a Rotterdam per salutare la sua gente nella stagione 2018/2019. Adesso lavora come collaboratore tecnico del Feyeenord.

Eppure, ha rischiato seriamente di approdare in Serie A. Resterà per sempre il vero rimpianto del duo Marotta – Paratici. Nella primavera del lontano 2012, il giocatore aveva visitato il centro sportivo e discusso a casa di Agnelli di tutti gli aspetti formali. Una cena a suon di milioni. E invece Ferguson e lo United se lo portarono via senza pranzi e con una mezza colazione.

Adesso toccherà a Shaqueel portare avanti la dinastia. “Sono felice per aver firmato il mio primo contratto. Aspettando il futuro”. Ha commentato così dal suo account Instragram. La somiglianza con il giovane Robin è incredibile e rivedere quel cognome su quella maglia fa specie. Per ora, resta solo una bella storia da raccontare. Poi il percorso dovrà costruirlo lui e non sarà facile emulare quello che ha fatto il padre. Nessuno vuole essere Robin, o forse sì, uno sicuro.

di Mario Lorenzo Passiatore

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