Serie C
Seconde squadre, garanzia di sopravvivenza per la Lega Pro
03/10/2023
di Gabriele Franchini
Ipotesi Milan l'anno prossimo, dopo Juve e Atalanta, in terza serie. Serie C sempre più "colonizzata", a garanzia della sopravvivenza stessa della terza serie, a discapito delle piazze di provincia e delle sue tifoserie. La notizia dello sbarco probabile del Milan nella prossima serie C, con la propria seconda squadra, conferma un interesse crescente delle big di serie A verso questa opportunità, sdoganata per prima dalla Juventus cinque anni fa.
Un interesse che, visto il trend in crescita che ha portato l'Atalanta quest'anno e a quanto pare il Milan l'anno prossimo ad intraprendere la strada dell'istituzione di una seconda squadra, sembra presagire una crescita graduale ma continua di richieste d'adesione al progetto da parte dei clubs di A. Torino, Fiorentina e Sassuolo hanno già sondato il terreno e potrebbero essere le prossime società a formulare richiesta.
Dal suo canto la Lega Pro (e la Figc) caldeggia l'inserimento delle seconde squadre, tanto da prevedere già quest'estate al primo posto tra i ripescaggi proprio l'Atalanta U23. I motivi sono chiaramente di carattere economico, visto che il costo d'iscrizione è di 1 milione e 200 mila euro annui, a fronte dei 60 mila euro a carico delle società "comuni". Ma forse è il corrispettivo da pagare per evitare ulteriori riforme che possano minacciare l'esistenza stessa della terza serie, fagocitata dagli interessi egoistici di Lega A (soprattutto) e B, sempre poco lungimiranti e alla ricerca di sostanze che garantiscano un livello di competitività al passo con i maggiori campionati europei.
Infatti, la possibilità di allargare il numero di seconde squadre e la contemporanea diminuzione di società che saltano l'appuntamento con l'iscrizione (quest'anno l'esclusione è toccata solo a Siena e Pordenone), rende ormai improbabile qualsiasi ipotesi di riforma dei campionati che contempli una riduzione degli organici della terza serie, come paventato più volte nel recente passato. Si va dunque verso un futuro che vedrà sempre più seconde squadre in Lega Pro, mancate iscrizioni permettendo, ipotesi che infastidisce i puristi del calcio, gli amanti di un certo tipo di pallone che ormai non esiste più da tempo.
È tuttavia evidente come la percezione delle cose possa cambiare assecondando le nuove abitudini, acquisite col tempo, attraverso imposizioni piovute da chi il calcio lo gestisce. Ne è esempio lampante l'evoluzione degli ultimi 20 anni che ha reso il calcio, anche delle serie minori, un prodotto sempre più spezzettato a fini televisivi.
di Gabriele Franchini
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