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I ricordi di Kovacevic: “Juve, è stato bello. Zidane il più forte, Vlahovic un top” (Esclusiva)
13/12/2021
di Claudio Ruggieri
L’ex bomber di Juventus e Lazio ci ha raccontato della sua esperienza in Italia in particolare a Torino dove ha lasciato sicuramente degli ottimi ricordi. E ha consigliato le big italiane…
Il calcio è cambiato tanto soprattutto per gli attaccanti. Difficile trovare oggi un centravanti vecchio stile, letale in area di rigore ma raramente al centro del gioco offensivo. Basti pensare a Lukaku, il forte centravanti dell’Inter, in grado di essere al centro del gioco nerazzurro e del Belgio per tutti i novanta minuti. Spesso gli allenatori preferiscono puntare su calciatori brevilinei o addirittura senza un terminale offensivo. Un calcio diverso rispetto a quello in cui giocava Darko Kovacevic, centravanti puro che in Italia ha vestito le maglie di Juventus e Lazio. In particolare con i bianconeri ha lasciato un buon ricordo pur non essendo titolare vista la forte concorrenza nella Juventus di Ancelotti di giocatori del calibro di Trezeguet e Inzaghi. Eppure il centravanti serbo riuscì a vincere la classifica marcatori in Coppa Uefa in maglia bianconera. Intervistato in esclusiva da Calcio Totale, Kovacevic ha raccontato gli anni in Italia e non solo.
Cosa ricordi del tuo periodo in Serie A?Campionato molto difficile, c’erano grandi giocatori. E poi ho avuto la fortuna di giocare con campioni e di questo sono molto contento.
Due anni alla Juventus, una media gol importante. Ti aspettavi di giocare con continuità?
Non posso lamentarmi, ho giocato molto in Europa, poco in campionato. Ma ho vissuto due anni importanti, mi allenavo con calciatori di livello mondiale. Non mi sono mai pentito di aver scelto la Juventus. E’ stato bello vestire la maglia bianconera.
A Torino hai giocato con tanti campioni. Chi è stato il compagno che ti ha maggiormente impressionato?
Zidane. Senza alcun dubbio. Un calciatore pazzesco, una tecnica fuori dal comune. In allenamento faceva cose mai viste, che bello vederlo giocare.
Meno fortunata la parentesi alla Lazio…
Volevo assolutamente tornare alla Real Sociedad, con la mente ero altrove. Però la ritengo comunque un’esperienza che mi ha permesso di crescere.
Hai vestito la maglia dell’ex Jugoslavia. Una Nazionale fortissima, come mai non siete riusciti a vincere?
Basterebbe leggere i nomi per capire che quella squadra poteva vincere non solo l’Europeo ma anche i Mondiali. Ma purtroppo c’è sempre stato qualcosa che non ha permesso di arrivare alla vittoria. Un vero peccato.
Tra l’altro sei stato allenato da Boskov in Nazionale…
Il mister era una brava persona, oltre che un grande allenatore. Ho ottimi ricordi di lui.
Difficile trovare attaccanti come te nel calcio moderno. Ti rivedi in qualcuno?
Ci sono diversi tipi di attaccanti, però ci sono ancora i giocatori forti fisicamente. Oltre ai grandi campioni mi piacciono Vlahovic, Mitrovic, Werghosrt.
A proposito di Vlahovic, è sulla buona strada per diventare un grande attaccante non credi?
Secondo me ha già dimostrato di essere un grande attaccante. La sua crescita è esponenziale e sono convinto che possa continuare a crescere. Mi piace tanto.
Hai concluso la carriera a causa di un problema cardiaco. In questi giorni c’è stato tanto spavento per Eriksen, che idea ti sei fatto?
Non so quale sia il problema di Eriksen, io credo che la cosa più importante sia la vita del ragazzo. Ha passato un brutto momento ma grazie a Dio sta bene. Questo è quello che conta di più, il resto si vedrà.
di Claudio Ruggieri