E’ il miglior marcatore delle fasi nazionali dei mondiali, un
professionista esemplare che abbiamo avuto il privilegio di avere in Italia per
cinque anni con la maglia della Lazio. Miro Klose ha sempre avuto un feeling
speciale con il gol: freddo e spietato negli ultimi sedici metri.
Da qualche anno ha intrapreso la carriera da allenatore e ha
rivelato pubblicamente di voler allenare un giorno la Lazio. Nella testa c’è
sempre Roma città, ovviamente sponda biancoceleste. In queste ore ha parlato nel
corso della conferenza stampa di presentazione degli europei di calcio del
2024, a Villa Almone a Roma. Un discorso forte per i ragazzi e tutti i giovani
calciatori che sembrano aver perso il fuoco della passione rispetto ai suoi
tempi.
"La generazione 'zeta' è
molto difficile. Non vogliono lavorare e vogliono guadagnare subito. Il calcio
è cambiato, è cambiata la fisicità dei giocatori ma manca la voglia e il
sacrificio dei giocatori giovani. Per me era sempre una festa giocare a calcio.
Nel settore giovanile oggi non festeggiano più nemmeno i gol, appena segnano
tornano subito a centrocampo. I miei genitori mi hanno sempre detto che prima
dovevo finire la scuola. Poi fino a 20 anni ho fatto il carpentiere”.
L’esperienza della sua vita, un percorso segnato dal mondo del
calcio sin dai primi passi. “La mia è stata una strada lunga - ha
aggiunto - Noi andavamo a scuola fino all'una, ora invece i miei figli restano
a scuola fino alle 17 e poi vanno ad allenarsi. Non hanno tempo per fare altro.
Al Bayern Monaco quando ero allenatore U17, i giocatori avevano solo un giorno
libero. Ecco perché dopo tre anni non hanno più voglia di giocare, non hanno
più tempo libero".
di
Mario Lorenzo Passiatore