Un viaggio nella carriera di Marco Borriello. L’ex
attaccante di Roma, Milan e Juve si è raccontato ai microfoni del Bobo Vieri
Talk Show. Tanti gli aneddoti della sua carriera, soprattutto sui metodi di
lavoro degli allenatori che ha incontrato nel suo percorso. Alla base di ogni
seduta: ossessione, metodo e fatica. La ricetta fondamentale per raggiungere i
risultati e che ha caratterizzato diversi tecnici con cui ha condiviso la sua
esperienza.
"Ho avuto
Gasperini, Conte e Zeman. Con Zeman ho fatto la preparazione alla Roma. Ho
giocato 5 anni lì, è una preparazione assurda, non dormivi per la stanchezza.
L'anno prima ero alla Juve e avevo vinto lo scudetto, quanti insulti ho preso. Io
mi mettevo insieme a Totti. Mi mettevo con lui e quando passavo sotto la
tribuna nessuno mi insultava".
Borriello poi ha tracciato il profilo di
Antonio Conte alla Juve, arrivò in bianconero nel gennaio del 2012. “Con lui
ho vomitato. Eravamo seguiti dalla Mapei, con il prof Sassi sotto un capannino
a controllare tutto e poi i battiti. Quando uno abbassava un attimo i battiti
arrivava il richiamino, dovevi alzare l'intensità. Con Conte sono arrivato a
196 battiti. Era appena prima dell'infarto. Te lo giuro, era il 99% dello sforzo.
Però alla fine la domenica ti premiava. Ti sentivi bene e lo dimostravi,
infatti abbiamo vinto lo scudetto. Lui è un mostro anche a preparare la
partita, ti correggeva, ti migliorava e migliorava la squadra. Un maestro".
Il piano
maniacale di Conte andava oltre l’aspetto meramente fisico. "Si metteva con il laser a correggere i
giocatori e la squadra si muoveva come una fisarmonica. Può tornare alla Juve,
lui vorrebbe, è juventino nell'anima. Può tornare, anche se Allegri sta facendo
benissimo".
di
Mario Lorenzo Passiatore