Calcio Totale Racconta
Gattuso: 'Costacurta mi diede due schiaffi, imparai la lezione'
10/07/2022
di Claudio Ruggieri
Negli studi di Sky l'attuale tecnico del Valencia rivelò un aneddoto di quando era al Milan e nello spogliatoio c'erano calciatori importanti non solo dal punto di vista sportivo ma soprattutto comportamentale. Un esempio di correttezza che oggi farebbe sorridere i giovani calciatori...
E' partita non senza difficoltà la nuova avventura di Gennaro Gattuso sulla panchina del Valencia. Il tecnico calabrese ha dovuto fare i conti con alcune problematiche incontrate già a Firenze e a Londra, sponda Tottenham, due avventure mai iniziate. Gattuso ha già mostrato il suo carattere alla stampa iberica e ai suoi giocatori. In Spagna c'è chi parla di un regolamento interno nello spogliatoio del Valencia, così tanto caro a Gattuso.
L'ex centrocampista del Milan e Campione del Mondo con la Nazionale nel 2006, è sempre stato molto esigente in termini di regolamento all'interno dello spogliatoio. E lo ha ribadito anche quando dagli studi di Sky ha ricordato un aneddoto nei suoi primi istanti a Milanello, dove era sbarcato da poco, e della lezione che gli impartì un senatore di allora, ovvero Alessandro Costacurta.
"Il primo giorno a Milanello mi feci la barba e lasciai due peli sul lavandino. Arrivò Costacurta furibondo e mi diede due schiaffi in testa 'Pensi di stare a casa tua? Vai in bagno e pulisci il lavandino'. Quella lezione mi servì per capire la mentalità di quello spogliatoio. Ed è stato proprio quel tipo di situazioni che hanno fatto grande il Milan, non c'era bisogno dell'intervento dei dirigenti perché c'erano i senatori che erano attenti".
Un particolare importante che dimostra come nel vecchio spogliatoio c'erano delle regole importanti e anche la minima scorrettezza o mancanza di rispetto veniva comunque segnalata. Lo stesso Gattuso ha poi proseguito parlando del calcio attuale e delle sue regole che sono sicuramente diverse da quelle del passato. E lo ha confermato ricordando il suo ultimo anno al Milan.
"Non mi sentivo più a mio agio al Milan, ho preferito lasciare il calcio. A tanti non piaceva quello che io, Abbiati e Ambrosini dicevamo. Oggi è un'epoca diversa, le cose sono cambiate, un allenatore deve trovare ragazzi disposti a fare sacrifici, a migliorarsi, a fare qualcosa in più. Oggi devi stare attento a dire determinate cose ai ragazzi, se gli dici qualcosa poi iniziano a lamentarsi".
Un calcio completamente cambiato e con regole diverse. La tecnologia ha preso il sopravvento, tanti ex giocatori ricordano volentieri quando nel pullman spesso parlavano tra di loro mentre oggi quasi tutti sono con la cuffia a sentire musica o a parlare con altri. La magia del calcio che non esiste più.
di Claudio Ruggieri
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