La
temperatura in casa Bayern resta caldissima. Il club ha già annunciato la
separazione a fine stagione da Thomas Tuchel. Alla base ci sarebbero divergenze
caratteriali con l’allenatore tedesco e, ovviamente, l’andamento in Bundesliga.
I bavaresi sono secondi a dieci punti di distacco dal Bayer Leverkusen di Xabi
Alonso. Merito anche della squadra del tecnico spagnolo che in 26 partite
disputate non ha mai perso: 22 vittorie e 4 pareggi.
Ma resta
una Champions da giocare fino in fondo, dall’urna di Nyon i bavaresi hanno
pescato l’Arsenal ai quarti di finale. In queste ore, Max Eberl, direttore
sportivo del Bayern, ha parlato ai microfoni di SportBild affrontando il
discorso allenatore.
"Al momento
non esiste un piano A, B o C. Stiamo analizzando la situazione, che squadra
abbiamo a disposizione? Qual è il DNA che club vuole portare avanti? Che storia
abbiamo alle spalle? Dobbiamo pensare attentamente alle prossime mosse. Quali
saranno le scarpe che si adatteranno meglio al nostro piede? Ci sono dei nomi
al centro delle nostre attenzioni e vorremmo lavorare in pace per capire cosa
fare. Sulla base delle informazioni che raccoglieremo, in termini di
somiglianza di vedute e fattibilità economica, cercheremo di prendere la
decisione migliore".
Occhio
alle sorprese, è quello che lascia intendendere Eberl, parlando di possibili
candidature insolite, o comunque non prese in considerazione dai media. “Ci
sono poco più di quattro nomi, non certamente quaranta. Nell'elenco compaiono
anche delle idee che possono sembrare insolite, ma vogliamo fare davvero la
scelta migliore per il futuro del Bayern".
Su Klopp, il Bayern resterà defilato, rispettando la
volontà del tecnico tedesco: staccare la spina per ricaricare le batterie. "So cosa significa quando si arriva a
dire pubblicamente 'Non ho più energie' proprio come ha fatto lui. Pochi posso
giudicarlo meglio di me perché l'ho vissuto in prima persona. Quando una
persona, un professionista del suo calibro, arriva a fare un'affermazione
simile il lavoro passa in secondo piano. Prima c'è la persona. E per questo non
lo chiamerò".
di
Mario Lorenzo Passiatore