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Sacchi sull’Inter: “Il segreto è rinnovarsi durante il successo. Sul futuro di Inzaghi…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto di Dal web

Pubblicato il 06/04/2024

L’ex allenatore della nazionale ha parlato del presente del futuro dei nerazzurri e sulle scelte di Simone Inzaghi. “Bisogna capire chi ha reso al massimo, chi può dare ancora qualcosa di più e chi, invece, non è stato all’altezza della situazione…”

L’Inter viaggia spedita verso la seconda stella e il ventesimo scudetto della sua storia. Impressionante il ritmo dei nerazzurri che si sono confermati giornata dopo giornata. La dirigenza è già proiettata verso il futuro, con le operazioni a parametro zero di Taremi e Zielinski, due calciatori che andranno a impreziosire l’attacco e la zona mediana.

In queste ore, ha parlato Arrigo Sacchi a La Gazzetta dello Sport sul momento dei nerazzurri. Un’analisi sul lavoro dei dirigenti e un elogio importante nei confronti di Simone Inzaghi. “Taremi, Zielinski, Gudmundsson, forse Hermoso dell’Atletico Madrid sono gli obiettivi, e probabilmente qualcosa di più. In questo caso bisogna applaudire i dirigenti nerazzurri che non sono stati fermi e hanno deciso di imprimere una decisa sterzata: il segreto per continuare a vincere è rinnovarsi proprio nel momento del successo. Mi spiego: quando trionfi, sei ottimista e positivo, hai le energie giuste per pensare al futuro e per programmare. Questa è stata la strategia di Marotta, di Ausilio e dei loro collaboratori: si devono anticipare le mosse degli avversari”.

Il futuro di Inzaghi non sembra essere in discussione. L’allenatore è orientato a estendere il contratto con l’Inter, al termine della stagione. “La prima cosa – continua Sacchi, è avere alle spalle un club con una proprietà solida che dà fiducia e risorse economiche agli uomini di mercato. Poi si deve scegliere la guida tecnica, e qui mi sembra che la conferma di Simone Inzaghi sia scontata, visto l’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni. Dopo queste operazioni, è necessario valutare con attenzione, senza farsi prendere da facili sentimentalismi, il rendimento dei giocatori che sono in organico: bisogna capire chi ha reso al massimo, chi può dare ancora qualcosa di più e chi, invece, non è stato all’altezza della situazione".

di Mario Lorenzo Passiatore

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