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Da Wenger a Guardiola, le rivalità di Mou: “Abbiamo avuto i nostri scontri, ma la cosa bella era…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto di Dal Web

Pubblicato il 16/02/2024

L’ex allenatore della Roma ha parlato a ruota libera dei grandi duelli con gli avversari che hanno segnato in qualche modo il suo percorso. “Le rivalità arrivavano nella mia direzione, non ho mai avuto brutti sentimenti, non ho mai pensato di un altro manager che…”

Il divorzio dalla Roma è stato il più difficile da digerire. Un po’ perché non si aspettava una decisione così drastica a campionato in corso da parte dei Friedkin, un po’ per l’amore incondizionato verso la città. Mentre era nella capitale ha rifiutato l’offerta della federazione portoghese e declinato le sirene arabe. Insomma, Mourinho sperava di restare sulla panchina dei giallorossi, come ha spiegato più volte pubblicamente, ma le cose sono poi andate diversamente. Al canale Youtube FIVE ha parlato anche delle rivalità sportive che hanno segnato inevitabilmente il suo percorso sportivo. Da Wenger a Guardiola, nulla di personale oltre il rettangolo verde, ma solo grande senso di responsabilità nei confronti della sua squadra: l’unico obiettivo era provare a batterli.

"Penso di averle dimenticate, perché non ci pensavo. Le rivalità arrivavano nella mia direzione, non ho mai avuto brutti sentimenti, non ho mai pensato di un altro manager che se lo incontro per strada attraverso per non salutarlo. Ce l'ho avuta con i club: io e Wenger abbiamo avuto i nostri scontri, ma la cosa bella era vincere battere l'Arsenal ogni volta. Perché ogni volta era il Chelsea che faceva boom boom boom, non mi divertivo a giocare contro il Newcastle, non vincevo mai. Su dieci volte ho vinto forse una volta o due.

Non avevo rivalità con Pardew o Allardyce, ma se andavo a giocare al St. James's era difficile. Ho sempre avuto buone relazioni con i manager, non ho niente contro Pep. Era solo perché abbiamo giocato quattro volte fra Inter e Barcellona, nella stessa stagione, nel gruppo e nelle semifinali. Poi sono andato al Real Madrid ed è diventato duro, non siamo rivali, sono un bravo ragazzo, anche se non lo sembro".

di Mario Lorenzo Passiatore

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