Calcio Totale Racconta

Pirlo: “Al primo ritiro con Conte qualcuno uscì in barella. Berlusconi mi richiamò quando…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 14/10/2023

L’ex regista azzurro ha raccontato una serie di aneddoti della sua carriera da calciatore. Dall’addio ai rossoneri all’avventura alla Juve, poi Berlusconi provò a riprenderlo. “Ho avuto un grande rapporto con il Milan, Berlusconi mi richiamò dopo che decisi di andare via da…”

Una stella dopo l’altra al “Festival dello Sport” organizzato da La Gazzetta a Trento. Nel pomeriggio è stata la volta di Andrea Pirlo, l’attuale allenatore della Sampdoria, ha raccontato una fetta considerevole della sua carriera. Dagli inizi, l’avventura a Brescia con Baggio, i successi con il Milan, la Nazionale e le rivincite con la Juve.

Dopo il Milan sembrava un giocatore a fine corsa e invece da quel momento la sua carriera è ripartita alla grande. Ci sono tanti passaggi interessanti nella sua ultima intervista, i rossoneri ci riprovarono con Silvio Berlusconi, quando Pirlo decise nel 2015 di lasciare la Juve per volare a New York per una nuova esperienza professionale e di vita.

“Ho avuto un grande rapporto con il Milan, Berlusconi mi richiamò dopo che decisi di lasciare la Juventus. Fu una bella testimonianza di affetto. Nella vita però si fanno delle scelte e io dopo dieci anni ambivo a nuove motivazioni. E volevo anche dimostrate al Milan che non ero un giocatore finito, ma in grado di incidere in nuovo corso. Infatti, visto quello che è stato fatto nel nuovo corso della Juventus, ho avuto ragione io. Il progetto che mi illustrò Andrea Agnelli era quello di un club che voleva tornare a vincere, era molto stimolante e rifiutati anche alcune possibilità all’estero. Il primo ritiro a Philadelphia con Conte fu molto duro. C’erano 40 gradi, qualcuno uscì dal campo in barella. Ma da quel ritiro nacque una grande Juventus”.

I successi più belli della carriera da calciatore
“La prima Champions League con il Milan è stata una delle soddisfazioni più belle in assoluto. Non avevo mai giocato quella competizione, fu un percorso lunghissimo iniziato addirittura dai preliminari. È stata la vittoria più bella ottenuta con il Milan, la prima Champions non si scorda mai. Eravamo un gruppo straordinario, così come emozionante è stato vedere tutti quei tifosi a Manchester. Il segreto di quel Milan era il gruppo, ci piaceva stare bene e vivere la quotidianità di Milanello. Parlavamo di tutto, cazzeggiavamo, discutevamo di vita quotidiana. Bei momenti".

di Mario Lorenzo Passiatore

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