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Piedi e cuore. Antonio Zito: l'ultimo dei Mohicani

di Gabriele Franchini

Foto di LaCittà - Salerno

Pubblicato il 27/08/2023

Antonio Zito, 406 presenze e 37 gol tra i professionisti, giocatore eclettico e con grandi doti caratteriali. Una carriera spesa principalmente in B, con le maglie di Crotone, Juve Stabia, Ternana, Avellino e Salernitana. In C con Taranto, Benevento, Casertana e Paganese.

Antonio, che tipo di giocatore sei stato?
"Un calciatore che è emerso in una situazione più difficile, dato che non provenivo da un settore giovanile importante. Se vieni da piccole società dilettantistiche non è facile arrivare a giocare tra i professionisti"

A Sorrento in D inizia la carriera tra i "grandi" e ti fai notare con 17 gol in 52 presenze, a 20 anni, nel 2006, la C1 a Taranto. Un gol nella semifinale playoff contro l'Avellino. All'epoca non c'era la regola degli under... 
"Giocavi se eri forte, altrimenti era impossibile imporsi con i giocatori più anziani, c'era una sorta di nonnismo, quindi non era facile farsi largo. A Taranto ricordo una doppietta contro il Giulianova (nel 5-0 del 5 novembre 2006, ndr)"

Un inizio di carriera da attaccante esterno, poi hai arretrato il tuo raggio d'azione, fu una necessità o un'intuizione di qualche allenatore? 
"Più che altro una conseguenza delle mie caratteristiche tecniche, sono partito attaccante esterno, poi ho giocato interno di centrocampo, esterno e anche terzino in certe occasioni"

Una particolarità che hai mantenuto è il feeling col gol, qual è il più emozionante che hai segnato: 
"Ne ho due: il gol dell'1-0 in Juve Stabia-Sampdoria (1-2) del 12 maggio 2012, giorno in cui nacque mio figlio, segnai dopo 30' il gol del vantaggio. Il secondo in Lanciano-Salernitana, nel playout (4 giugno 2016, 1-4 il risultato finale) un gol (del momentaneo 1-2) che praticamente ci consegnò la salvezza."

Nel 2008 arriva la chance Siena in A. Credi che sia arrivata troppo presto la massima serie? "No, penso invece che fossi pronto per la serie A, però non rientravo in alcune dinamiche, il calcio stava cambiando, non facevo parte di certe cerchie e io ho avuto la mia carriera, con 10 anni di serie B"

Tante piazze importanti del sud e della Campania in particolare, dove pensi si sia visto il miglior Zito di sempre: 
"Credo ad Avellino (2014-16) ed a Salerno (2016-18), ma anche alla Juve Stabia (2012-14).

Infatti pensavo a Castellammare, dove forse hai raggiunto la definitiva maturazione. E dove hai avuto Braglia come allenatore: 
"Mister Braglia, Pierino la peste, uno che tirava fuori sempre il massimo da ogni giocatore. Con una metodologia magari non al passo degli allenatori più moderni, ma quello che ha fatto lo sanno tutti"

Tante squadre e tante battaglie, ma quale pensi sia stata la più grande impresa sportiva di squadra a cui hai contribuito? 
"Sicuramente con l'Avellino nel 2015, quando perdemmo la semifinale playoff per la A a Bologna, ma anche a Salerno nel 2016, quando ci salvammo partendo da una situazione di classifica disastrosa."

Avellino e Salerno, due piazze che non si amano e che ancora ricordano quel tuo cambio di maglia 
"Mi dicevano di non andare (a Salerno, ndr), mi davano del pazzo, la Salernitana era spacciata in zona retrocessione a 7 punti dalla salvezza diretta. Mi volevano altre squadre che puntavano ai playoff ma ho accettato Salerno, una sfida che faceva per me."

Qual è stata invece la delusione più grande e che ancora ti brucia? 
"Sportivamente non credo che abbia avuto delle delusioni, nel calcio si vince o si perde, fa parte del gioco. Se per delusione invece intendiamo il pentirsi di una scelta, allora dico che avrei evitato di andare a Pagani 2 anni fa, non c'era la situazione giusta per il mio modo d'intendere il calcio."

Sorrento, Taranto, Crotone, Avellino, Benevento, Juve Stabia, Picerno e probabilmente Casertana, tutte squadre nelle quali hai militato e che faranno parte del girone C, credi che potrebbe essere tra queste la possibile vincente del campionato. Se si quale? 
"Penso di sì, ma non so darti una favorita, c'è il Benevento, il Crotone che è una realtà consolidata, il Taranto si sta strutturando bene. Non credo molto nell'Avellino, secondo me non è ancora pronto. Il Picerno può dare fastidio a tutti, è una piccola solo sulla carta"

In ultimo cosa vuoi fare da grande: 
"Ho vissuto una breve parentesi da dirigente a Nola, credo che mi prenderò un anno sabbatico. Voglio capire bene cosa fare, anche se mi stuzzica l'idea di allenare."

di Gabriele Franchini

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