Calcio Totale Racconta

La lezione di Vialli: “Ho sempre trasformato i fallimenti sportivi in motivazioni, ho dato sangue e…”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 06/01/2023

L’ex calciatore della Samp dei record e grande amico di Roberto Mancini ha perso la battaglia contro il tumore al pancreas. Ha lasciato un grande insegnamento ai giovani, qui un estratto di una delle sue ultime interviste riguardanti il libro ‘La Bella stagione’. “Sono fermamente convinto che i giocatori oggi siano molto più professionali, sanno gestirsi meglio a livello mentale, ma…”

“Posso solo sperare che un giorno si stanchi, scenda e mi lasci proseguire il mio viaggio. Perché ho ancora voglia di fare tante cose per tanti anni”. Era l’ultimo auspicio di Luca Vialli prima che la malattia prendesse definitivamente il sopravvento. Il tumore al pancreas che l’ha coinvolto e sconvolto, purtroppo ha avuto la meglio. A 58 anni l’ex calciatore della Nazionale non ce l’ha fatta, le condizioni erano precipitate venti giorni fa, con i famigliari che erano partiti per Londra per capire bene la situazione. 

E’ stato uno degli artefici della grande cavalcata della Sampdoria che vinse lo scudetto nella stagione 1990-1991. Era la squadra di Luca, del gemello Mancini e di Boskov. E’ diventato un libro e poi un docufilm. Ci sono tanti passaggi interessanti, dall’amicizia con il Mancio, alla lotta alle big del nord che non riuscirono a spuntarla contro la Samp dei miracoli, fino alla storia dei gemelli del gol. Ci sono dei passaggi che rappresentano un grande insegnamento per i giovani calciatori, Vialli si è raccontato a cuore aperto, alcuni estratti del libro e una parte delle ultime interviste.

“Sono fermamente convinto che i giocatori oggi siano molto più professionali, sanno gestirsi meglio a livello mentale, fisico. Ma se tu assumi qualcuno, come successe a me alla Sampdoria, devi essere disposto a dare sangue e lacrime. Nella mia vita ho sempre cercato di trasformare i  fallimenti sportivi in motivazioni. Una volta però uscito dall’ufficio del presidente (Mantovani ndr) ero pronto a soddisfare la visione di colui che era a capo di quel progetto. In questa storia si parla di valori, senso di appartenenza, profonda amicizia, della necessità di cazzeggiare e quindi vincere, ma divertendosi, sfidando lo status quo, ispirato da un visionario che c’aveva coinvolto”.

Parole che pesano di più di qualsiasi trofeo, perché identificano l'uomo prima ancora del calciatore, il rispetto dei ruoli e la voglia e di assecondare un sogno. Il pensiero va ai famigliari di Luca e a tutte le persone che gli sono state accanto in questo percorso lungo e impervio. Certamente a Roberto Mancini che nel giro di pochi giorni ha perso due fratelli acquisiti, due compagni di viaggio veri: Vialli e Sinisa Mihajlovic. 

di Mario Lorenzo Passiatore

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