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Cassano, Ronaldo e la bilancia di Capello!

12/08/2022

di Claudio Ruggieri

Foto: Wikimedia Commons

Antonio Cassano ha rivelato un aneddoto curioso ai tempi del Real Madrid quando in squadra aveva un giocatore importante come Ronaldo. E come allenatore c'era un certo Fabio Capello che non transigeva su alcune cose. 

C'è stato un momento in cui la carriera di Antonio Cassano avrebbe potuto prendere una piega decisamente diversa. Il fantasista barese infatti veniva da stagioni importanti con la maglia della Roma e su di lui piombò il Real Madrid. In panchina c'era Fabio Capello che aveva già allenato il talento barese sulla panchina giallorossa. Per questo l'allora 24enne decise di accettare la corte del club madrileno.

E come poter dire di no alla corte di un grande club come il Real Madrid. Ma la storia tra Cassano e il Real non è mai decollata, una sola stagione con troppi bassi e pochi alti. Una vita sregolata e non professionale, tanto da mandare su tutte le furie Fabio Capello. Un sergente che pretendeva un atteggiamento professionale fuori dal campo. E in quel Real Madrid, oltre a Cassano, c'era anche il Fenomeno Ronaldo che non amava molto i metodi di Capello.

Durante una live della BoboTv, Cassano ha rivelato un aneddoto riguardo Capello: "Quanto mi divertivo quando la mattina dovevamo pesarci con Capello. Interpellava sempre me per primo: ‘Pesati’. ‘Ma cosa vuoi da me, tanto io sono fuori rosa, fuori progetto, non devo pesare nulla’.

Così iniziava a discutere. Poi andava da Ronaldo e anche lui si rifiutava. ‘No, io non mi peso’. Perché il giorno dopo che si pesava Ronie era su Marca e su tutti i giornali. Allora lui diceva: ‘Non mi peso, metti i numeri che vuoi’. Capello diventava matto. ‘Non mi peso, non mi peso’. Questo siparietto mi divertiva da matti. La mattina c’era da divertirsi”.

Anche il rapporto Ronaldo-Capello non riuscì a decollare perché il Fenomeno non amava molto i metodi di Don Fabio. Così mentre Cassano andò alla Sampdoria l'anno successivo, il brasiliano passò al Milan, tornando così in Italia dopo l'esperienza all'Inter. E Capello avallò le due cessioni perché in quel Real Madrid non c'era posto per i due giocatori che non volevano sottostare alle regole del tecnico friulano.

di Claudio Ruggieri

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