Una sola vittoria
nella loro storia, praticamente 20 anni fa, contro il Liechtenstein, poi tante partite contro nazionali
iconiche e di alto rango con poche, pochissime soddisfazioni in termini di
risultati. A San Marino si vive comunque con il sorriso e quasi mai per il
risultato: un micro territorio di appena 33mila abitanti che viaggia
empaticamente con le sorti della squadra. San Marino ha regole molto stringenti
per ottenere la cittadinanza. E’ difficile poter pescare in altri bacini, è
difficilissimo naturalizzare i calciatori che non sono nati lì.
Si respira
aggregazione, condivisione e voglia di costruire nuovi progetti. Come il lancio
della prima nazionale femminile di San Marino. Si tratta dell’Under
16 che debutterà ufficialmente il 16 aprile nella prima partita
del quadrangolare con la Georgia. Con l’idea, un giorno di costruire una selezione
rosa anche per la nazionale maggiore. Un passo dopo l’altro, tutti insieme, da vera
comunità.
Abbiamo sentito, Daniele Dei – coordinatore “Brigata mai 1 una gioia”, l’unico gruppo organizzato di tifosi che segue la nazionale in giro per
l’Europa. Il nome dice tanto: gioie poche, ma soddisfazioni sempre. Ci ha
condotto per mano nel microcosmo San Marino, per poi scoprire che di micro ha
veramente poco, se non dal punta di vista territoriale e delle dimensioni al
cospetto di altri stati.
Il calcio femminile, una nuova
frontiera anche per voi.
“A livello giovanile San Marino ha iniziato da anni il suo percorso di crescita su spinta dell’Uefa, adesso finalmente il movimento femminile. E’ nata l’Under 16, la prima
nazionale femminile della storia di San Marino, con il primo quadrangolare che
sancirà il debutto il 16 aprile. Oltre a noi ci saranno: l’Estonia, la Georgia
e il Lussemburgo. L’obiettivo è quello di creare in futuro una prima squadra,
oggi ci sono delle ragazze giovanissime che si metteranno in mostra con le
pari-età. Adesso il calcio femminile non è più un tabù, quasi tutte le realtà prestano
grande attenzione allo sviluppo del movimento. Si parte dall’Under 16, per
arrivare alla nazionale A”.
Ma cos’è “La brigata mai 1 gioia” e
qual è lo spirito che vi unisce?
“E’ l’unico gruppo
organizzato di tifosi che segue la nazionale maggiore di San Marino. Adesso
supporteremo anche le nostre ragazze. E’ un gruppo composto non solo da
italiani, confluiscono ben sette nazionalità diverse. Chi manifesta simpatia
per la squadra, si avvicina ed entra a far parte della nostra famiglia. E’ una
buona occasione per fare aggregazione e stimolare il tifo pulito”.
Qual è la vostra idea di tifo pulito?
“Per essere chiari, siamo il contrario del mondo ultras. Seguiamo i ragazzi in
casa e talvolta in trasferta. Il risultato non è la nostra ossessione, ci sono
altri valori che ci spingono a sostenere. La partita è l’ultimo dei nostri
pensieri, lo avrete intuito dal nome. Ci scambiamo le maglie e le sciarpe con
le altre tifoserie, diventa una buona occasione per bere una birra tutti
insieme”.
Come e quando nasce il gruppo?
“Nel 2012 grazie a Massimo Visemoli. Un ragazzo di Reggio Emilia, appassionato
di calcio e geografia. Andò a vedere una partita della nazionale e rimase
stupito dall’effetto: lo stadio era come il teatro. Non c’era grande seguito ed
erano tutti in silenzio, la squadra prendeva delle grandi legnate. E allora ha creato
un gruppo di sostenitori, in grado di supportare la squadra. Nel 2018 sono
entrato anche io, ultimamente Massimo ha mollato un po’ il tiro per una serie
di problemi. Adesso stiamo portando avanti questa filosofia in sinergia con la
federazione. Ci siamo dati una serie di obiettivi reciproci: creare una
redazione, uno sito internet, fare informazione e non solo tifo pulito. Abbiamo
ideato una banca dati con tutti i nostri cori principali, per coloro che
vorranno sostenere San Marino”.
C'è una storia che vi rende fieri e orgogliosi di far parte di questo gruppo?
"Nella
partita con Saint Kitts e Nevis, grazie all’aiuto della Fifa, abbiamo portato
la loro bandiera nel nostro settore. Saint Kitts e Nevis è un’isola caraibica,
sono arrivati senza tifosi e così abbiamo fatto dei cori anche per loro durante
la partita. E’ questo lo spirito che ci unisce. Al termina della gara gli avversari ci hanno ringraziato. Resta indimenticabile il viaggio da Rimini a Belfast con il
charter della squadra. Tutti i tifosi nello stesso aereo insieme ai calciatori. E' una realtà che
cerchiamo di custodire perché non esiste un clima e un posto così altrove. Poi se arriverà un'altra vittoria a distanza di 20 anni (ride ndr), beh festeggeremo tutti insieme".
di
Mario Lorenzo Passiatore