Serie A
Nesta: “Gli anni con Zeman mi hanno tritato. Messi? Ti arrabbiavi pure quando lo picchiavi…”
30/01/2023
di Mario Lorenzo Passiatore
Nel corso della puntata della Bobo TV su Twitch si è discusso dell’ultima giornata di Serie A. Tanti i temi caldi del weekend, ospite speciale Alessandro Nesta, l’ex difensore della nazionale in collegamento da Miami, ne ha parlato con Adani, Vieri, Ventola e Cassano. Tanto amarcord, i duelli con Messi, le esperienze con Zeman e il Sandro Nesta allenatore con la sua visione del gioco. Sul miglior avversario sembra proprio non avere dubbi: “Messi saltava tre o quattro persone, lo picchiavi e non si lamentava, ti faceva ancora più arrabbiare. Neanche con le botte lo fermavi.”
Il periodo alla Lazio, l’esordio in prima squadra e il primo approccio con Mister Zeman. “Gli anni con Zeman mi hanno tritato. Ho fatto quattro ritiri con lui, ci ha ucciso. Ha avuto coraggio a buttarmi dentro, il mister mi ha insegnato tanto e bisogna riconoscerlo. In Primavera giocavo mezzala, pensa te. La prima amichevole la giocai all’Olimpico da mezzala, schifo. Poi terzino, la fine del campo non la vedevo mai, alla fine Zeman mi spostò centrale. Merito suo”.
La sua visione da allenatore
“A me piace il calcio di De Zerbi, da
allenatore. Poi ti devi anche un po’ adattare all’ambiente, però se potessi
scegliere farei quel tipo di calcio. Preferirei avere i calciatori che dico io,
però devi costruirti una credibilità nel tempo per poter scegliere. Il calcio
va veloce, sbagli cinque partite e sei casa, magari hanno già il sostituto. In
Serie B è una scuola, devi essere fortunato ad avere un gruppo giovane e meno
inquinato. Inquinato nella testa. Devi capire se puoi sviluppare la tua idea e a che livello
svilupparla. Magari i centrali difensivi hanno una frequenza tecnica diversa
rispetto a quello che hai in testa. Gente giovane come noi deve ruspare. Non
siamo Gasperini, adesso. Vedi Cannavaro a Benevento, tutti affrontano delle
difficoltà nel percorso. Gasperini negli ultimi trenta metri è il migliore. La
costruzione da dietro la fanno in tanti, in pochi però giocano così in avanti”.
Il difensore come è cambiato negli
anni
“Oggi è cambiata la fase offensiva del difensore. Si fanno
altre richieste ai giocatori, ai difensori. Oggi si gioca quasi sempre uomo su uomo. Il difensore forte è quello che sa leggere in anticipo le situazioni, è bravo quello che sa fare due cose contemporaneamente. Bisogna ragionare anche di reparto, non solo sul singolo: più ti avvicini alla porta, più bisogna ragionare di reparto. Ho visto gli ultimi errori del Milan in campionato".
I problemi di oggi
“Io non vedo difensori.
Se dai trecento euro agli allenatori dei settori giovanili, cosa vogliamo
pretendere, loro pensano a campare e costruire sé stessi. Dobbiamo migliorare le strutture e formare gli allenatori. Quindi remunerarli,
è tutta la trafila che non va. Nei settori giovanili mi piacerebbe sentire: abbiamo questi due ragazzi forti, portiamo questo ragazzo in prima squadra piuttosto che 'giochiamo da dietro con questo modulo'.
di Mario Lorenzo Passiatore