Vincere è
sempre bello, farlo in sei minuti ancora di più. Sì, perché il City di Pep
Guardiola ha rischiato un harakiri clamoroso in casa contro l’Aston Villa di
Steven Gerrard, ex capitano e bandiera del Liverpool. Al minuto 69 sotto di due
gol, con il secondo sigillo messo a segno da Philippe Coutinho, un altro ex
Reds di lungo corso. Tutti segnali che portavano il titolo verso Jurgen Klopp.
Nello stesso frangente però il Liverpool era bloccato sull’1 a 1 dal Wolverhampton.
Lacrime
di paura a Manchester e preghiere disperate ad Anfield. Mani sul volto in due
campi differenti. Ha vinto il City di Guardiola ribaltando tutto con tre gol in
sei minuti. Un campionato folle, un duello logorante, alla fine ha vinto Pep 93 a 92, tra le lacrime. Pulsazioni
nervose in tribuna, prima della festa finale. Mani verso il cielo, abbracci collettivi
e anche una testata. E’ quello che è accaduto a Noel Gallagher, celebre
cantante degli Oasis e super tifoso del City. Dal paradiso all’ospedale è un
attimo, così ha raccontato la vicenda a Talksport, a farne le spesa è stato
proprio lui, dopo un incontro ravvicinato con il padre di un calciatore del
City. Ovviamente si tratta di una sfortunata fatalità.
“Allo stadio è
stato incredibile. La famiglia di Ruben Dias era seduta un po' più in alto, mi
sono girato saltando come un idiota, ho passato mio figlio come se fosse il
trofeo della Premier League, tutta la gente lo sollevava. Quando mi sono
girato, il papà di Ruben Dias mi ha colpito in faccia con una testata e sono
caduto a terra, coperto di sangue. Non ho visto niente per circa due minuti. Mi
hanno portato in ospedale in ambulanza, mi hanno applicato dei punti di sutura
sul labbro e ho gli occhi neri. Sembra che mi abbiano spaccato la testa".
Insomma
Noel ha preso una bella sveglia dalla famiglia Dias, al punto da presentare i
segni sul volto. Meglio così avrà pensato, anche perché dopo la rimonta al
cardiopalma della squadra di Guardiola è passato tutto in secondo piano. “Mi ha quasi fatto cadere i denti. Negli spogliatoi
ho trovato Guardiola, mi ha chiesto cosa fosse successo dato che era come se
avessi gli occhi neri. Gli ho detto di andare a festeggiare e star tranquillo”.
di
Mario Lorenzo Passiatore