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Klopp e il feeling con i rigori: dietro ci sono i neuroscienziati

16/05/2022

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto: Flick - Wikimedia Commons

Una storia che ha svelato proprio l’allenatore tedesco in occasione della conferenza stampa. Non c’è solo la preparazione in allenamento, i Reds lavorano con un’azienda che li aiuta a migliorare il rendimento dagli undici metri. “Uno di loro è un neuroscienziato che ci ha detto che poteva allenarci per i rigori e allora abbiamo deciso che…”

Due su due dal dischetto, tra l’altro sempre contro lo stesso avversario: il Chelsea di Thomas Tuchel. Nel weekend, il Liverpool ha alzato al cielo il secondo titolo stagionale, l’ambita FA Cup ai calci di rigore. Determinante il tiro di Tsimikas, il difensore greco che è entrato nel corso dei tempi supplementari. Quattordici penalty per assegnare la coppa, mentre in Carabao Cup, sempre contro il Chelsea ne servirono ventidue. Ora la Premier League, in caso di vittoria con il Southampton la squadra di Klopp andrebbe a meno uno dal City di Guardiola, a una gara dal termine. E infine, il 28 maggio la finale di Champions League a Parigi con il Real Madrid.

Ma Klopp è tornato a parlare della vittoria in FA Cup, ricordando l’importanza dei calci di rigore. Dietro l’ultimo successo dal dischetto ci sarebbe qualcosa di più di una semplice preparazione in allenamento. E proprio l’allenatore tedesco ha svelato la sinergia con un’azienda che da circa due anni collabora con i Reds e che avrebbe fatto ricorso addirittura alla neuroscienza.

“Alla fine tutti sappiamo che i calci di rigore sono una lotteria. E’ così. Ma ce l’abbiamo fatta ancora una volta. Lavoriamo con un’azienda, sono due ragazzi, no sono quattro. Si chiama Neuro11, ci siamo messi in contatto con loro due anni fa quando ne abbiamo sentito parlare. Uno di loro è un neuroscienziato che ci ha detto che poteva allenarci per i rigori. Davvero? E allora ho detto: ‘Sembra interessante, venite pure’. Si tratta di un ragazzo tedesco, ci siamo incontrati e abbiamo lavorato insieme. E questo trofeo è per loro, come la Carabao Cup”.

Adesso si tornerà subito a lavorare per le ultime due di campionato. Con una priorità, recuperare Momo Salah, uscito nel corso del primo tempo contro il Chelsea e che, in attesa degli esami, dovrà fare il massimo per rientrare in campo. Soprattutto per l’altra finale, quella più pesante, contro il Real Madrid. E anche lì bisognerà allenarsi bene dal dischetto con l’ausilio del professor Alisson e, ovviamente, dei neuroscienziati.

di Mario Lorenzo Passiatore

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